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Skandinavija 1995 Skandinavien 1995 Scandinavia (E) 1995
DIARIO DEL NOSTRO PRIMO VIAGGIO IN SCANDINAVIA 1995
Danimarca - Norvegia - Finlandia - Svezia
05.06. - 25.07.1995
Annotazioni: Stojan Deprato
Tutela della lingua: Annamaria Dalmasso
Clicca sulle mappe o sulle foto per ingrandirle!
1° giorno - 05.06.95 – lunedì: San Maurizio (I) - Kappel (CH) - 430 km
Oggi alle 14.30
partiamo, mia moglie Carla ed io (68), da San Maurizio
Canavese (TO), con il nostro camper per un lungo viaggio
verso il lontano Nord, destinazione: Scandinavia. Il nostro camper è un
Dethleffs Globetrotter Tipo A532 del 1991, LxBxH: 562x223x283, Fiat Ducato, con
motore Fiat TD 95, 2482 ccm, 70 kW, 95 PS.
Tutte le località, le isole, i fiordi e quant’altro, con i nomi stampati nel diario in colore rosso, si possono trovare sulle mappe allegate. Purtroppo, con noi abbiamo solo la nostra vecchia videocamera VHS *) (e non, come a partire dal 2002, la foto camera digitale) e cosi non siamo in grado di presentare le nostre foto di questo viaggio .
Partiamo che sta piovigginando. Solo 15 minuti prima pioveva forte e nel cielo i tuoni rimbombavano cupi. Negli ultimi 10 giorni, qui ha piovuto molto e la temperatura è piuttosto bassa. Dice il notiziario che a Mosca è caldo e afoso....! Ci auguriamo che il tempo sia più caldo al nord!
A Leinì ed a Chivasso (una decina di chilometri da San Maurizio) le rive stradali sono coperte di ghiaccio. I tuoni che si sentivano da casa, portavano la grandine, uno strato di 1-3 cm. Piove tutto il tempo verso Milano fino al confine svizzero (Chiasso).
Entriamo in
Svizzera e fra le nuvole fa capolino il sole. Verso il
San Gottardo il tempo migliora, meno nuvole e più sole. Ascoltiamo
alla radio le notizie sul traffico per le eventuali code al traforo del San
Gottardo: notizie
che ci informano
di una colona di ca. 3 km. Ma siamo anche fortunati, perché secondo il
notiziario radio, la coda al tunnel del San Bernardino è di 17 km ca! Oggi è
lunedì di Pentecoste e gli Svizzeri ed i Tedeschi tornano dall’Italia, dopo un
lungo fine settima
na. Ahimè per loro, fine settimana piovoso e non soleggiato!
Quando finalmente arriviamo davanti a tunnel, la coda è lunga appena 200 - 300
m, con le vetture divise in due colonne per due semafori. Aspettiamo solo due
minuti e nostra colonna riceve il verde: avanti nel tunnel! Sul versante
settentrionale ci attende di nuovo la pioggia, che ci accompagna lungo tutta la
strada via Luzern fino a
Kappel
(FOTO). A Kappel arriviamo alle 20.30 e ci
sistemiamo da Davor, nostro figlio maggiore, che vive qui la con la sua
famiglia. Ho portato a Davor il mio PC per il controllo e la riparazione. Sembra
che abbia qualche problema con la memoria (il PC, non Davor!). Parcheggiamo
davanti la loro casa. Alle 23.30, dopo aver cenato e chiacchierato, siamo già a
letto nel nostro camper. Il parcheggio è super silenzioso e la notte è fresca,
adatta per il riposo.
______________________
*) Gennaio 2013
Finalmente mi sono deciso ad inserire nel diario anche i filmati, fatti nel lontano 1995. Un lavoro abbastanza complicato. I filmati sono stati realizzati con una piccola videocamera JVC, in formato analogico (su nastro VHS), forse l'unico formato esistente sul mercato in quegli anni e che mi è toccato convertire in formato digitale (DVD). Purtroppo il formato analogico, che era già di per sé di una bassa qualità, a causa di tutte conversioni che dovevo fare ne ha risentito ulteriormente. Il videoclip finale risulta purtroppo di qualità scarsa. Nonostante tutto spero possiate apprezzare e cogliere la bellezza dei paesi scandinavi e l’atmosfera, che abbiamo vissuto Carla ed io 18 anni fa, durante il nostro primo viaggio in Scandinavia.
Nel periodo che abbiamo trascorso in Norvegia, inoltre, abbiamo trovato sempre un cielo nuvoloso o pioggia, c'è stato il sole solo 4 o 5 giorni, ma anche quelli con qualche acquazzone. Questo ha ulteriormente contribuito a velare la freschezza dei colori. I colori hanno purtroppo perso un po’ di qualità anche durante l'inserimento del video su YouTube.
Nonostante tutti questi difetti, ho deciso di presentare i video, sperando che, vista la quantità di filmati, gli amici camperisti possano trovare qualcosa di positivo ed utile per i loro viaggi in queste bellissime terre scandinave!
Ho cercato di mantenere la lunghezza dei singoli videoclip la più breve possibile (in media due minuti), di modo da inserirli nel diario, proprio nel testo che descrive quello che si vede nel video!!
Vi prego di informarmi se trovate qualche cattivo funzionamento dei clip nel sito e Vi ringrazio in anticipo per l'aiuto.
2° giorno - 06.06.95 - martedì: Kappel (CH) - Kempten (D) – 291/721 km
Alle
7.00 ci alziamo e facciamo la colazione con Davor, che deve andare al lavoro.
Alle 8.30 partiamo da Kappel verso
Zürich. Il tempo è nuvoloso. Dopo pochi
chilometri inizia a piovere. Proseguiamo sull'autostrada, che passa vicino a
Zürich e Winterthur fino a
St.Gallen. Dopo St.Gallen dobbiamo girare a
sinistra verso Bregenz, ma ci accorgiamo
dell’uscita solo dopo averla passata e cosi ci tocca proseguire verso sud fino
all’uscita per Diepoldsau. Qui usciamo
dall’autostrada, per prendere gasolio, che è già al minimo. Sull’autostrada non
abbiamo trovato nessuna stazione di servizio! Finalmente troviamo un benzinaio,
facciamo il pieno e torniamo sull’autostrada austriaca. Passiamo vicino Bregenz,
entriamo in Germania, attraversiamo Isny e
con la pioggia, che ci accompagna durante tutto il percorso, arriviamo a
Kempten alle 14.40, dove, su una piccola
colina, un po’ fuori dal centro città, abitano i genitori di Carla. Parcheggiamo
davanti alla casa sul loro parcheggio. Come a Kappel, anche qui la notte è
silenziosa e tranquilla ed ideale per dormire, ma fa molto fresco, anzi freddo!
3° giorno - 07.06.95 – mercoledì: Kempten (D) – 0/721 km
Trascorriamo
Tutta la giornata a Kempten
(FOTO) presso i
genitori di Carla. Kempten è una cittadina bavarese molto
bella, situata fra le
colline, con tanto verde. Vi sono tante stradine per le biciclette, sia vicino
alle strade principali, sia più lontano nella natura. Si può pedalare
dappertutto, senza il pericolo di finire sotto qualche macchina! Ci sono anche
tante stradine per passeggiare nella natura, nei parchi, nel bosco o nel verde,
intorno i laghetti. Ogni tanto si trova una grande mappa recante le indicazioni
per girare tutta la città usufruendo di queste stradine, tutte numerate.
Nella mattinata andiamo al supermercato e facciamo il pieno di conserve (diversi brodi: Feuerbohnensuppe, Hühnersuppe, Gulaschsuppe), salcicce, paté, saponette, Badedas, sandali, magliette ed altra mercanzia.
Nel pomeriggio finalmente arriva il sole ed il clima diventa subito più gradevole. Il papà di Carla nel pomeriggio si sente un po’ male. Carla esce con la sua mamma per una breve passeggiata. Trascorriamo di nuovo la notte nel camper, sul parcheggio davanti a casa. Tranquillo e piacevole.
4° giorno - 08.06.95 – giovedì: Kempten (D) - Birkenau (D) – 363/1084 km
Ci svegliamo con
bel tempo e verso le 10.20 ci congediamo dagli suoceri. Scendiamo in città e
parcheggiamo per mezz’ora vicino alla stazione
ferroviaria, per altri acquisti aggiuntivi. In seguito prendiamo l’autostrada
verso nord, passiamo vicino a Memmingen,
Ulm, Feuchtwangen
e Heilbronn. Durante il viaggio, incappiamo
in alcuni temporali, ma il viaggio sull’autostrada passa senza intoppi. Vicino a
Sinsheim usciamo dall’autostrada,
attraversiamo Neckargemünd,
Heidelberg e Weinheim
ed arriviamo intorno alle 18.00, a Birkenau-N.L.,
a ca. 100 km a sud di Frankfurt. Il tempo è bello!
A Birkenau-N.L., un po’ fuori città (a ca. 200 m dalla strada asfaltata), abitano Ulla e Herbert, due nostri vecchi amici di campeggio a Medulino (Croazia). Hanno una casetta piccola, bellissima, situata su una ripida collinetta. Dalla strada sterrata, che finisce proprio davanti loro cortile, si entra nel giardino e seguendo uno stretto sentiero, che si snoda sul terreno coperto d’edera fitta, si arriva, salendo una scalinata, sul terrazzo sito davanti alla casa (VIDEO 1). La casa è circondata dai pini, dai quali scendono sul terrazzo gli scoiattoli che prendono le noci dalla mano. E’ molto romantico, lontano dal traffico, dai rumori, dalla gente, dai negozi e dalla civiltà, solo la radio o televisione. Parcheggiamo e dormiamo sulla stradina davanti a casa. E’ molto silenzioso. Nella mattinata qualche volta si sente provenire dal prato, il muggito di qualche mucca. Idillico!
5° giorno - 09.06.95 – venerdì: Birkenau (D) - Braunschweig (D) – 486/1570 km
In mattinata Herbert è
andato lavorare e noi, con Ulla, andiamo alle 9.00 in un centro commerciale per
giardinaggio, vicino a Mannheim. Vogliamo
comprare un gazebo, uguale a quello che abbiamo visto da Ulla, per il nostro
campeggio a Medulin, ma purtroppo sono esauriti! Ne arriveranno altri la
prossima settimana! Lasciamo i soldi ad Ulla per comprarli e verremo a prenderli
al ritorno dalla Norvegia.
Ci congediamo da
Ulla e Herbert, che nel frattempo è arrivato al centro commerciale e partiamo
con il bel tempo, dirigendosi verso nord. Alle 10.50 arriviamo a
Steinberg (Dietzenbach, periferia di
Frankfurt), dove abitano lo zio e la zia di
Carla (Werner e Ursula). Dopo il pranzo e le chiacchiere, proseguiamo verso nord
alle 13.50. Seguendo l’autostrada passiamo ad ovest di Francoforte e poi vicino
ad Alsfeld, Kassel,
Göttingen e
Salzgitter.
Verso le 18.50 arriviamo alla periferia di Braunschweig (FOTO), dove ci aspettano Hajo e Brigitte, altri vecchi amici di campeggio a Medulin. Il tempo, lungo il tratto da Frankfurt a Braunschweig, è molto variabile, un po’ di sole, poi le nuvole e anche la pioggia, dopo di nuovo il sole e cosi via. Hajo e Brigitte hanno una casa molto bella. Dopo cena continuiamo a chiacchierare fino alle 24.00 e dopo andiamo a dormire nel camper, che è parcheggiato in cortile! Trascorriamo la notte in un piacevole silenzio.
6° giorno - 10.06.95 – sabato: Braunschweig (D) - Pinneberg (D) – 216/1786 km
Stamattina
non abbiamo fretta. Oggi non ci aspetta un lungo viaggio, cosi ci prendiamo
tempo per fare colazione, la doccia e per chiacchierare. Infine vado con la
bici, accompagnato da Hajo, fino al market, per comprare qualche pacco di latte
a lunga conservazione, per il viaggio. Finalmente alle 11.00, partiamo sempre
diretti verso nord, ma questa volta non con l’autostrada. Abbiamo tempo e
prendiamo la strada statale che passa vicino al Gifhorn,
attraversiamo Uelzen ed aggiriamo
Lüneburg in direzione
Hamburg. Il tempo durante il viaggio è così-così!
Arriviamo ad Hamburg, passiamo sotto il fiume Elba attraverso il tunnel ed attraversiamo una parte di Hamburg, sempre in autostrada. Alle 15.00 arriviamo a Pinneberg (VIDEO 2), dove abitano Waldemar e Rotraut (cugina di Carla). Sono presenti anche la figlia Natasha ed il figlio Konstantin. Nella serata vogliamo proseguire in direzione nord, ma Waldemar e Rotraut non sono d’accordo. Dobbiamo restare a cena ed a chiacchierare. Il nostro camper è parcheggiato proprio davanti alla soglia di casa e cosi non dobbiamo andare lontano per dormire. La nottata è molto silenziosa.
7° giorno - 11.06.95 – domenica: Pinneberg (D) - Hvidbjerg (DK) – 471/2257 km
In mattinata
abbiamo chiamato Luigi, il nostro vicino di casa a San Maurizio. A casa è tutto
OK, ma ogni giorno passano due temporali!
Per adesso, siamo fortunati, il tempo è più bello qui! Speriamo che resterà così
anche in futuro! Alle 10.15 partiamo verso nord, attraversiamo
Itzehoe, Heide
e Husum e arriviamo sulla costa del Mare del
Nord fra Bredstedt e
Dagebüll. Il tempo è ventoso ma soleggiato.
Tutto intorno è pieno di mulini a vento per la produzione di energia elettrica.
Sui pali bianchi, eleganti ed alti una ventina e più metri, girano due o tre
pale gigantesche. Spesso si vede una decina (o anche di più) di mulini a vento
molto vicini un all’altro. Siccome la parte superiore (quella con le pale) è
girevole e si gira sempre secondo la direzione del vento, i mulini dello stesso
gruppo, sembrano messi o uno dietro l’altro, oppure uno vicino ad altro. Dipende
dalla direzione del vento. Ma sono sempre belli e imponenti! Sono silenziosi ed
ecologicamente OK! Ciò nonostante i verdi protestano e vogliono smantellarli,
perché, dicono, turbano il paesaggio naturale.
Le centrali che funzionano con il carbone, o con la nafta, sono migliori e più
belle? Cretinate!!
Proseguiamo per
Niebüll e Süderlügum fino al confine danese.
Il passaggio del
confine avviene senza alcun problema. Le guardie di frontiera non mostrano il
minimo interesse per noi. Ci fermiamo al parcheggio, che è praticamente
attaccato alla frontiera e Carla ci prepara un pranzo veloce: una zuppa piccante
di fagioli (conserva tedesca
Feuerbohnensuppe)!
Eccellente! Alle 16.00 leviamo l’ancora e continuiamo con la strada 11 per
Tønder e Ribe,
fino a Varde, dove giriamo sulla 181 verso
le dune. Le dune sono alte e il mare non si vede, ma solo tante casette da
affittare ai turisti. Le dune grigie e le casette senza colori danno
l’impressione di un villaggio
di minatori nel Ruhrgebiet (zona mineraria della Ruhr tedesca). Questo scenario
ci fa impressione, nonostante che oggi sia una bella giornata di sole,
figurarsi
quando piove?
In Hvide Sande visitiamo un porto di pescatori molto pittoresco (VIDEO 4), con la gente che pesca sul molo, con tanti gabbiani e con pescherecci pieni in coperta di segnali colorati, che probabilmente servono per indicare dove sono state buttate le reti o le palamiti.
Proseguiamo con la 181 per Torsminde, Lemvig e Oddesund fino a Hvidbjerg. Molto bello il ponte fra Oddesund Sud e Oddesund Nord (FOTO), con tanti mulini a vento prima del ponte. Il tempo è bello e soleggiato. A Hvidbjerg arriviamo alle 21.40, c’è ancora il sole!! Alle 23.00 si riesce ancora leggere! Sul parcheggio di una scuola troviamo posto per dormire. Per la cena Carla ha preparato una spaghettata. Super! Dormiamo nel silenzio assoluto.
8° giorno - 12.06.95 – lunedì: Hvidbjerg (DK) - Hirtshals (DK) – 267/2524 km
Verso le 7.45 di
mattina, sul parcheggio inizia il trambusto. Le automobili, gli autobus, le
mamme, i papà, tutti portano i bambini a scuola. Alle
8.00 tutti finiscono le loro “consegne” e finalmente torna la pace, sono
cominciate le lezioni. Non dura molto, già alle 8.02 esce una classe di marmotte
dalla scuola, accompagnati dalla loro maestra ed il parcheggio si trasforma in
un campo sportivo. Comincia l’allenamento rumoroso di baseball. Alle 8.45 arriva
un’altra classe. Alle 9.30 decidiamo di scappare noi e camper!
Il tempo è bello e soleggiato. Continuiamo il nostro viaggio via Ydby, Vestervig e Vangså fino a Hanstholm. Entriamo nel porto pieno di pescherecci. In un capannone guardiamo la preparazione del pesce per il trasporto (VIDEO 5). Ci sono dei merluzzi grandissimi (3-6 kg) ed anche un grande pesce, brutto, di colore grigio-chiaro. Tutto il pesce è ben assortito nelle cassette e coperto con il ghiaccio ed ogni cassetta ha un indirizzo. E’ tutto molto pulito. Proseguiamo il viaggio via Østerild, Fjerritslev i Åbybro per Løkken, dove arriviamo verso le 13.15. Ci parcheggiamo su una bellissima spiaggia, soleggiata, con un mare trasparente ed azzurro, ma anche con un vento freddo e forte, da nord (VIDEO 6). Usciamo per fare una passeggiata sulla spiaggia, ma prima ci vestiamo di pullover e giacche a vento, quelle invernali! Arriva anche un autobus dalla Finlandia con i turisti. Due donne grosse e non proprio giovani, escono in costume da bagno e si buttano in mare, fra le onde, per fare il bagno. Ci vengono i brividi!
Dopo
la passeggiata Carla prepara un buon pranzo ed alle 15.15 partiamo per
Hirtshals, dove dobbiamo prendere il traghetto
per Kristiansand in Norvegia. Non sapevamo a che ora fossero le partenze dei
traghetti e quindi quando siamo arrivati a Hirtshals, abbiamo constatato che i
traghetti delle 13.15 e delle 15.00 per Kristiansand, erano già usciti dal
porto. Il prossimo traghetto parte sta notte alle 00.45, ma non c’è neanche un
posto libero!!! Possiamo metterci in lista d’attesa, ma non abbiamo sicurezze. E
gli altri traghetti, in partenza domani, sono tutti esauriti?! Via telefono
c’informano, che alle 22.00 c’è posto sul traghetto dal Frederikshavn (150 km)
per Göteborg, ma quei traghetti sono quasi tre volte più cari di questi da
Hirtshals. Finalmente ci danno l’OK per domani mattina sul traghetto per Oslo.
Prenotiamo i posti, compriamo i biglietti ed andiamo fare una passeggiata con il
camper, fino alla spiaggia a Tannisby (10
km). In serata (verso le 21.00) torniamo a Hirtshals (VIDEO
7). Sulla riva del porticciolo
dei pescatori a Hirtshals Carla ha fatto una buona cena. Alle 24.00 siamo a
letto, dopo aver trovato un parcheggio bello e silenzioso, dietro una banca, nel
centro di Hirtshals.
9° giorno - 13.06.95 – martedì: Hirtshals (DK) - Oslo (N) - Vikersund – 104/2628 km
In
mattinata
ci alziamo alle 7.00. Verso le 8.00 dobbiamo scappare dal parcheggio, perché
iniziano ad arrivare in massa gli impiegati della banca ed a parcheggiare le
automobili intorno al nostro camper. Non volevamo ascoltare eventuali
obbiezioni, riguardanti il parcheggio privato e così, nonostante che nessuno
abbia bussato alla nostra finestra e che nessuno ci abbia guardato di traverso o
detto qualcosa, ci siamo ritirati lo stesso i
n silenzio, dal campo di battaglia.
Partiamo alle 8.40, dopo aver riordinato la nostra stanza da letto su un altro
parcheggio, verso il porto, dove procediamo con il check in e ci mettiamo in
fila davanti il traghetto (VIDEO
8). Il controllo della dogana e della polizia è uguale a
zero. Alle 9.45 inizia l’imbarco nel ventre della nave ed alle 10.00 in punto la
nave molla le cime.
Il nostro
traghetto, M/S “Color Festival”
(2 FOTO), è costruito nel 1985/86 nel cantiere Wärtsilä
in Finlandia ed è ricostruito nel 1992 a Bremerhaven in Germania. Il porto
d’immatricolazione è Oslo. La nave ha: 34.314 BRT, lunghezza 168 m, larghezza
27,60 m, immersione 6,50 m, sovrastruttura cca 30 m. Ha 4 motori “Semt Pielstick”
(26.400 kW) e sviluppa una velocità di 22 miglia. La capacità è di 2.000
passeggeri e 400 autoveicoli. Ha 9 ponti, 588 cabine e 1937 letti. La traversata
dello Skagerrak è molto tranquilla,
nonostante che il mare sia in movimento, ma non abbastanza, per questo colosso.
Probabilmente erano in funzione anche gli stabilizzatori! Ogni tanto fra le
nuvole si fa vedere anche il sole, soffia un vento molto freddo. Carla ed io
resistiamo al freddo una mezz’oretta,
sul ponte esterno, sul sole a riparo dal vento (VIDEO 9)
e vestiti di pullover e di
giacche a vento (in estate?), ma dopo un po’ scappiamo lo stesso all’interno
della nave a bere un caffè ed una birra. Alla fine troviamo un salone-veranda
nella parte anteriore della nave, subito sotto il ponte di comando, con enormi
finestre nella direzione di marcia e con vista panoramica sopra la prua. Bello!
Siamo rimasti qui seduti a guardare per tutto il percorso dall’entrata nel
fiordo di Oslo fino al porto di Oslo (oltre
due ore). Hanno organizzato anche un programma di varieté, molto divertente.
All’entrata nel
porto di Oslo siamo usciti a guardare dal ponte esterno. Il tempo è molto bello,
soleggiato, con un po’ di vento. Nella baia davanti ad Oslo, c’è un gran
traffico sul mare, è tutto pieno di qualunque tipo di barche a vela ed a motore (VIDEO
10).
Abbiamo visto anche, un piccolo traghetto, che è passato letteralmente sopra ad
una piccola barca a vela (classe "Beccaccino"), con due persone a bordo. Il
traghetto ha fatto subito manovra ed è tornato indietro. Pure due piccole
imbarcazioni a motore, che si sono trovate vicino, sono arrivate subito in
aiuto, ma da quelli due velisti nessuna traccia. Dopo qualche minuto (3-5
minuti) i soccorritori hanno raddrizzato la barca a vela, la vela bianca è
uscita dall’acqua e finalmente abbiamo visto come hanno recuperato dall’acqua i
due naufraghi, che avevano le cinture di salvataggio: tutto OK! Attracchiamo
alle 18.30, dopo 8 ore e mezzo di tragitto.
Lo sbarco
avviene di nuovo senza alcun controllo. Usciamo dalla “zona del centro” di Oslo
per trovare un posto per pernottare e facciamo
uno
sbaglio, che dopo pagheremo. Carla vuole ancora oggi visitare Oslo, torniamo
indietro e scopriamo che per entrare ad Oslo dobbiamo pagare l’entrata (12 NOK =
3000 Lit). Sembra, che in questo modo vogliano diminuire l’afflusso di macchine
in città, diminuendo così il traffico e la congestione nel centro. Troviamo un
parcheggio (3500 Lit/ora) nel centro. In due ore e mezzo, che è troppo poco,
visitiamo alla veloce il centro della città. E’ molto bello e pieno di gente
giovane. Tutti i caffè ed i ristoranti sono pieni ed è tutto molto caro. Per due
birre, in una modestissima birreria nel parco, paghiamo 50 NOK (13.000 Lit). Su
di un palo si vede un cartello pubblicitario per hamburger, allo stesso prezzo.
Per un hamburger!?!
Siamo fortunati perché il tempo è secco e non fa neanche freddo. Alle 21.30 continuiamo il nostro viaggio in direzione ovest, sull’autostrada per Drammen. Presso Tranby usciamo dall’autostrada e seguendo la costa meridionale del lago Tyrifjorden, alle 23.15 arriviamo a Vikersund. Parcheggiamo sul parcheggio del campo di calcio, lontano dalla strada e dal traffico. La pioggia, tutta la notte martella il nostro tetto.
10° giorno - 14.06.95 -
mercoledì:
Vikersund
-
Kaupanger –
342/2970 km
Alle 10.38, dopo
la colazione, si parte per Hønefoss. Il
tempo è brutto, nuvoloso e piovoso. Arriviamo a Hønefoss e attraversiamo
un ponte, che passa sopra una bellissima cascata, nel centro del paese. Avanti a
300 metri, troviamo un parcheggio e torniamo indietro a piedi, per ammirare le
bellissime cascate
(VIDEO 11), che si trovano praticamente nel centro di Hønefoss (FOTO) e sulle
quali è basata la parte principale del turismo di questa piccola città (foss =
cascata). *)
Filmiamo con
la videocamera le cascate e ripartiamo (con la E16) in direzione di Sognefjorden. Attraversiamo
Granum, Bagn
- con il suo museo
(VIDEO 12) e una chiesa
risalente all'anno 1250
(VIDEO
13),
Aurdal, Fagernes,
Slidre,
con un
bellissimo lago
(VIDEO
14),
Lomen,
Ryfoss,
con una altretanto bella cascata
(VIDEO 15),
Vang, Øyo,
con una chiesa tra più antiche di Norvegia, costruita nell'anno 1125
(VIDEO 17)
e Borgund.
Alla fine arriviamo
(sempre con la E16) a
Revsnes. Il tempo durante il viaggio è
sempre stato nuvoloso, ma piacevole per la guida. La strada porta da un lago
all’altro, uno più bello dell’altro. Appena finito un lago, dietro la collina
subito ne comincia un altro. Se dietro la collina non si trova un lago, ci sarà
sicuramente una bellissima cascata
(
VIDEO 18) o un canyon
(VIDEO 22).
Tutti i laghi sono grandi, belli
e circondati da prati o boschi, bellissimi e verdi. Tutto è pulito e ordinato.
Le case di legno sono belle e sembrano dipinte di fresco.
Ad un certo punto della strada troviamo una antichissima "indicazione stradale" risalente all'anno 1687. In quell'epoca la misura per le distanze stradali era il miglio, che corrispondevva a 11 km di oggi. Ogni miglio era segnalato con una grande pietra, con l'indicazione del numero del miglio. La pietra che abbiamo trovato noi, recava l'indicazione "5 EN-MIL", cioè il quinto miglio (VIDEO 19)!!
Le strade sono molto
buone. La velocità massima in Norvegia è di 80 km/ora. Raramente si trova
qualcuno che guida più veloce del limite e nessuno fa fretta per sorpassare
l’altro, che guida più piano. I fari delle auto sono
sempre accesi anche con il sole. Il traffico è scarso. L’ideale per guidare! I
laghi sono
collegati fra di loro da bellissimi fiumi, molto puliti. Ovunque cascate!! Vicino
a Tyinkrysset, noto centro sciistico, a 1000
m ca. sopra il livello del mare
(VIDEO 20), la strada passa vicino ad un gran lago, ancora
parzialmente ghiacciato! Presso Borgund visitiamo una bellissima chiesa di
legno (VIDEO 21), del 12.mo secolo (FOTO).
Infine, verso le 22.00, arriviamo a Revsnes, sulle sponde del fiordo Sognefjorden ed alle 22.00 c’imbarchiamo sul traghetto **). Venti minuti più tardi sbarchiamo a Kaupanger (VIDEO 23), sull’altra sponda del Sognefjorden. Percorriamo ancora 5 km ca. con il camper e vicino ad una stazione di servizio ESSO troviamo il parcheggio. Si cena e subito a letto! A mezzanotte Carla legge ancora il suo libro, senza accendere la lampadina. E’ mezzanotte, ma non c’è la notte!!
____________________________________
*) Nell'estate del 2010 (vedi Diario Norvegia 2010 - 30° giorno) ho rivisitato (con mio figlio Peter) questa cascata di Hønefoss, ma la cascata non esisteva più. Il letto del fiume era complettamente asciutto, nonostante che fossimo in un periodo di tanta pioggia???
**) Il traghetto Kaupanger - Revsnes non esiste più. Adesso il traghetto collega Fodnes con Manheller (vedi Diario 2004 - 53° giorno)
11° giorno - 15.06.95 - giovedì: Kaupanger - Olden – 279/3249 km
Partiamo alle
10.25 e la strada ci porta attraverso
Sogndal
e
Leikanger
fino a
Hella
(VIDEO 24).
Qui prendiamo alle 12.00 il traghetto “Aurland”
e in 15 minuti siamo già a
Dragsvik
(VIDEO 25).
Da
Dragsvik
proseguiamo via
Balestrand
(VIDEO 26),
accanto al bellissimo
Sognafjorden (FOTO).
In un piccolissimo porticciolo, vicino ad un isolotto
Kvamsøy e con una bellissima
vista panoramica sul mare azzurro, sulle montagne coperte di neve e in pieno
sole, onoriamo il nostro pranzo in una magnifica quiete
(VIDEO 27). Il tempo è caldo,
soleggiato.
Dopo il pranzo, proseguiamo il nostro viaggio, passando attraverso il lungo tunnel fino a Høyanger e avanti, sempre vicino al fiordo, verso Vadheim. In un piccolo sito, vicino al mare, voglio cimentarmi nelle mie particolari abilità di pescatore, con la mia prima canna, ma Carla non è d’accordo e cosi dopo una piccola baruffa verbale, proseguiamo il nostro viaggio per Vadheim e verso l’interno. Su questa strada troviamo alcune case, piccole ma belle, con il tetto d’erba (VIDEO 28). Il tetto è effettivamente coperto con uno strato di terra, abbastanza spesso, sul quale cresce l’erba, bella e verde e qualche volta anche gli alberelli o i pini.
Attraversiamo Sande, Førde e Moskog, più avanti andiamo vicino la costa del bellissimo lago Jølstravatnet. Tra Skei e Byrkjelo, abbiamo dovuto fermarci sulla strada per aspettare che un intero branco di capre lentamente la attraversasse (VIDEO 29). Proseguiamo fino ad Innvikfjorden e da qui sempre vicino la costa del mare per Innvik e poi finalmente arriviamo ad Olden. Parcheggiamo vicino al mare, dietro la posta e la biblioteca e pernottiamo. Qui già parcheggia un VW-camper dall’Olanda, che abitato da 4 persone adulte sembra una scatola di sardine. Ed ancora un camper che arriva dal Belgio.
Siamo in una colonia di nidificazione di gabbiani, che ci circondano con i nidi sistemati nell’erba vicino al sentiero del lungomare e con i loro piccoli pulcini (VIDEO 30) appena sgusciati. Carla è uscita nella serata con l’intenzione di riprenderli con la camera, ma gli adulti hanno cominciato a volarle intorno protestando rumorosamente e in pericolose picchiate. Sembra che non vengano mai disturbati dalla gente del paese, nonostante abitino sui tetti e cagano dappertutto! Prima della cena vado a pescare, per verità “a bagnare l’esca” in mare, ma sembra che il pesce non mi abbia capito. In realtà, volevo pescare nell’acqua bassa, alla fine del lungo fiordo, dove non c’è pesce. Lezione che ho imparato più tardi nel nord. La notte è silenziosa, ma in mattinata ci disturba il l’urlamento dei gabbiani. Gran bel baccano!
i
12° giorno - 16.06.95 – venerdì: Olden - Briksdal - Hellesylt – 120/3369 km
Alle 9.30
partiamo verso
Briksdal
(12 km), dalla cui montagna scende un enorme ghiacciaio
Briksdalsbreen. Il nostro camper parcheggiamo nei pressi di un bellissimo ruscello (è l’acqua che scende dal
ghiacciaio), a 50 m lontano dalla strada, in un posto isolato (il camper non si
vede dalla strada) e qui lo lasciamo senza alcun pensiero di paura (VIDEO 31). Qui si può
fare anche questo, ma nell’Europa civilizzata non lo si può neanche immaginare!
Ci dirigiamo a piedi verso il ghiacciaio. Lo abbiamo adocchiato dal camper già arrivando, a 10 km di lontananza. Dal nostro parcheggio, vicino al ruscello, fino al ghiacciaio c’è ancora una marcia di 2,5 km ca. A 500 m ca. più avanti svoltiamo a destra su di un sentiero che porta al ghiacciaio. Il sentiero qualche decina di metri più avanti, ad un tratto sparisce. Impossibile proseguire, siamo probabilmente su una strada sbagliata, ma ecco ad un tratto, a sinistra si apre la vista su un altro ghiacciaio, molto più grande e che fino adesso era in una direzione, coperta alla nostra vista (VIDEO 32). Dobbiamo tornare indietro e ripartire con una nuova strada verso quest’altro ghiacciaio, perché questo è quello giusto!
Arriviamo
sul parcheggio degli autobus, che si trova a ca. 2 km dal ghiacciaio. Li ci sono
una quindicina di piccole carrozze, per 3 o 4 persone, con già attaccati i
cavalli. Con le carrozze si può, per ca. 40.000 Lit, fare la piccola escursione
senza fatica e arrivare, su di una piccola stradina piena di tornanti, fino a
700-800 m dal ghiacciaio. Le carrozze vengono utilizzate, come abbiamo notato,
principalmente dai turisti giapponesi.
Noi
naturalmente partiamo a piedi, con il sentiero per gli alpinisti
(VIDEO 33).
Il sentiero è molto bello
e passa prima vicino ad un
ruscello, dopo vicino ad una cascata, poi ancora un
ruscello, poi nuovamente una cascata e cosi via. Natura coinvolgente, coronata
da un sole magnifico. Nella culla dove finisce (o inizia) il ghiacciaio, si è
creato un piccolo lago. Qui a 20 m dalla terra, su una piccola pietra, che
sporge ca. 25 cm dall’acqua, un gabbiano si è creato un nido e cova le uova.
Nessuno lo disturba. Il ghiacciaio è bellissimo, allungato tra due montagne e
cosi da vicino non sembra neanche tanto grande. Un gruppo di 4 alpinisti, con
una guida e con attrezzatura speciale per il ghiaccio (affittata sul posto), ha
incominciato ad arrampicarsi sul ghiacciaio e dopo 10 minuti li perdiamo dalla
vista.
Noi, dopo una breve sosta ed un paio di sandwich, riprendiamo la via
del ritorno e allontanandoci di ca. 300 m, vediamo di nuovo i nostri alpinisti
sul ghiacciaio. Sembrano i piccoli punti neri, ma sono ancora solamente
all’inizio di questo gran ghiacciaio ed è questo, che ci fa capire quanto esso
sia grande (FOTO)!
Intorno alle 17.00 rientriamo nel nostro camper, naturalmente troviamo tutto in ordine (VIDEO 34) e pranziamo in questo divino silenzio, rallegrato dal mormorio del ruscello di montagna. Ha cominciato pian piano piovere. Partiamo alle 18.10, attraversiamo Olden, Stryn, Hornindal e Kjellstadli e arriviamo alle 20.20 a Hellesylt. Ci sistemiamo sul parcheggio vuoto degli autobus, a 5 metri dal mare, presso la rete del recinto di un camping. Godiamo la bella serata osservando gli innumerevoli uccelli acquatici: gabbiani, anatre (VIDEO 35), oche e solo Dio sa, come si chiamano tutti quelli altri.
Domani pensiamo di fare la gita con la nave lungo il Geirangerfjorden fino a Geiranger e ritorno, il tempo è seminuvoloso, ma non sembra promettere male. Non piove!
13° giorno - 17.06.95 – sabato: Hellesylt - Molde – 347/3716 km
Nella notte ha cominciato a piovere e la pioggia ha martellato tutta la notte il nostro tetto. Adesso nella mattinata piove ancora, il cielo è coperto con le nuvole e il fiordo è parzialmente sotto la nebbia. Nell’ufficio turistico ci hanno detto, che con questo tempo, dalla nave riusciremo a vedere ben poco e che sarebbe meglio visitarlo al nostro ritorno dal nord (VIDEO 36). Accogliamo il loro suggerimento e alle 9.40 partiamo con il camper per il paese Stranda, dove c’è il traghetto per passare all’altra sponda dello Storfjorden. Alle 10.45 c’imbarchiamo, sempre con il tempo piovoso, nel traghetto “Aure” e sbarchiamo, dopo un paio di minuti sul paese di Liabygda. Da qui proseguiamo nella direzione di Ålesund, dove arriviamo alle 12.30. Con il sole, che arriva a ca. 10 km dalla città, dopo che aver sopportato un bel acquazzone.
Parcheggiamo sul
porto, vicino alla stazione delle corriere e andiamo a visitare la città. Su
un piccolo
battello di pescatori, compriamo quasi un litro di piccoli gamberetti (35 NOK) e
Carla li mangia (come le patatine fritte) camminando sulla riva ne facendone
sparire metà
(VIDEO 37). Sembra che, già sul peschereccio, gli diano una bollita e che
quindi si possano mangiare anche cosi.
A me non
piacciono.
Tutte le finestre delle case presso il porto sono colme di gabbiani, che hanno costruito i loro nidi proprio sulle finestre. Se ne contano fino a tre su una finestra!!. Li covano le uova, allevano i piccoli, fanno un baccano incredibile e cagano giorno e notte sulle finestre, sui muri al sotto delle finestre, sui monumenti, sulle panchine, sui marciapiedi, dappertutto. Ma, sembra che anche qui, ai gabbiani sia permesso tutto (VIDEO 38).
Incontriamo anche una manifestazione canora di un gruppo folcloristico, tutti in costumi indigeni pittoreschi. Alla fine torniamo nel nostro camper, parcheggiamo sulla riva, con una bellissima vista sul mare e le montagne. Friggiamo i gamberetti che sono rimasti, che cosi cucinati, hanno un gusto eccezionale. Con nostro disappunto, a metà pranzo si è parcheggiato sulla riva e si è accostato a noi, un grande autobus vuoto, che ci ha coperto parzialmente la nostra bella vista. Ma, per completare la sua opera di fastidio, magistralmente l’autista ha abbandonato il mezzo chiudendo le porte e lasciando il motore acceso, probabilmente per tenere la temperatura nell’interno dell’autobus. Cosi ci ha rovinato il pranzo. Quando partiamo, l’autobus fa ancora il suo rumore e la puzza. Cogli…!
Alle 15.30 partiamo per Skodje, Tresfjord, Andalsnes e avanti per Åfarnes. Alle 19.45 traghettiamo con la nave “Stordal” per Sølnes, proseguiamo in direzione Molde ed arriviamo fino ad un tunnel, che accorcia la strada per Molde, passando sotto il mare. Vedendo il prezzo di 160 NOK, abbandoniamo l’idea di passare sotto il mare e svoltiamo a destra su una piccola strada bianca, un po’ stretta, per Molde. Non eravamo proprio sicuri, se questa stradina fosse transitabile per il nostro “camion” e se alla fine del fiordo sarebbe sboccata sulla strada principale. Ma, dopo 45 minuti, alle 21.30, nonostante tutto, arriviamo a Molde.
Piccolo, bel paese, un porto pieno di gioventù, il viale centrale con tutti gli alberi coperti di fiori rosa. Tutto molto pulito e ordinato.In tutte le località, che abbiamo visitato fino adesso, abbiamo trovato ordine e pulizia e la gente molto amichevole e disponibile.
Ceniamo sull’un piccolo parcheggio, sulla riva del piccolo porto, con la finestra del nostro ristorante privato, formalmente sopra il mare. Bellissimo! Dopo la cena ci ritiriamo su di un parcheggio libero, all’entrata in Molde, dove già sosta un camper tedesco. Siamo di nuovo a 20 m dal mare! All’una di notte ho filmato Carla sulla collinetta sopra il parcheggio, senza l’illuminazione aggiuntiva. I giorni diventano sempre più lunghi e le notti lentamente spariscono (VIDEO 39).
14° giorno - 18.06.95 – domenica: Molde - Levanger – 385/4101 km
Di mattina presto (già alle 11.15!) partiamo verso il nord. Prima della partenza facciamo un giro nella città per filmarla. Sulle strade non c’è nessuno! Domenica mezzogiorno!!
La
strada ci porta nell’interno della Norvegia
(VIDEO
40).
Attraversiamo
Kleive,
Eidsvåg,
Sunndalsøra e
Oppdal e qui
giriamo di nuovo verso nord, in direzione Trondheim. La giornata è molto bella,
piena di sole, tutte le piccole località che attraversiamo sono ordinate e
pulite, ma non si vede, letteralmente, un’anima viva.
Né un gatto,
né un cane. Sembra tutto estinto. Domenica?!
Sulla strada verso
Trondheim ad un tratto incontriamo bruscamente un traffico molto forte in
direzione Trondheim. Entriamo in città con la pioggia. Fino ad oggi ha piovuto
ogni giorno, un giorno un po’ di più, l’altro un po’ di meno, ma la pioggia
c’era ogni giorno!
Parcheggiamo e scendiamo a visitare la città. Per fortuna dopo un po’ di tempo la pioggia cessa e si può fare meglio la passeggiata. Visitiamo la cattedrale che è molto bella e grande. La città molto pulita, ma deserta. Sono le 19.00 e sulle strade quasi nessuno. Filmiamo la cattedrale (VIDEO 41), il centro della città e un fiume, che entra nella città, con le case (a due o tre piani) costruite sui pali di legno, che sbucano dall’acqua (VIDEO 42). Alle 20.30 partiamo per la strada costiera (evitando l’autostrada) per Stjørdalhalsen, Åsen e Levanger, dove arriviamo con la pioggia, verso le 22.00. Carla vuole parcheggiare nel paese, cerchiamo il parcheggio, ma senza successo e alla fine torniamo indietro, fino all’entrata in paese e parcheggiamo sul parcheggio di un market. Un bel posto, verde, a dieci metri dal mare. Più tardi soppragiungono altri due camper. Speriamo che domani,all’apertura del market, non verremo cacciati. Finalmente ha cessato di piovere e Carla prepara la cena. Mangiamo nel nostro ristorante e godiamo della vista sul mare e dei gabbiani. Dopo la cena a letto. Piove e di nuovo martella il tetto, tutta la notte.
15° giorno - 19.06.95 – lunedì: Levanger - Laksfossen – 441/4542 km
La mattinata è triste e bagnata. Pioveva alle 9.20 quando abbiamo levato le ancore. Partiamo sulla E6 in direzione Narvik, sempre al nord. Viaggiamo fino a Steinkjer lungo la costa del Trondheimsfjorden, e più avanti lungo la costa settentrionale del lunghissimo lago Snåsavatnet fino a Vegset. Continuiamo avanti, sempre con la pioggia, fino a Gartland. Questa strada (E6) conduce verso il nord nell’interno della Norvegia, a metà strada fra il mare ed il confine svedese. Quando arriviamo a Gartland, Carla è convinta, che il tempo sulla riva dell’oceano è bellissimo. Deviamo a sinistra sulla 775, in direzione Høylandet e poi avanti con la 17 attraverso Foldereid fino a Holm sulla costa. Unica cosa "bella" che troviamo sulla costa è una bella pioggia, uguale a quella dell’interno.
Da
Holm
passiamo con il traghetto "Lysingen"
a
Vennesund (VIDEO
43) e poi
avanti con la strada attraverso
Vik
a
Brønnøysund. Qui
compriamo bellissimi filetti di merluzzo bianco (baccalà), fresco, per la cena.
Decidiamo di ritornare nell’interno e proseguire con la E6 verso il nord, perché
proseguire con i traghetti dall’isola all’isola non va bene.
Primo è un po’ caro e
secondo, le strade su queste terre basse passano nell’interno dell’isola e il
mare non si vede neanche. Purtroppo, vicino al mare non esiste una strada che
porta verso il nord, si deve traghettare da isola a isola e siccome piove anche
qui, non c’è alcuna ragione di proseguire sulla costa.
Partiamo allora verso Hommelstø e verso le strade interne. Dopo un paio di chilometri, ad un tratto, su una leggera discesa, finiamo addosso a due grandi oche selvagge. Freniamo e deceleriamo, ma loro camminano davanti a noi, una in mezzo della strada, l'altra sul lato sinistro, senza alcun’intenzione di levarsi dalla strada. Quando acceleriamo un po’, anche loro accelerano e allargano le ali, ma non cominciano a volare, aumentano solo la frequenza dei passi e dondolandosi sull’asfalto provano ad essere più veloci. Una scena bellissima e nello stesso tempo quasi commovente. Alla fine si spostano sul bordo della strada e noi pian pianino le sorpassiamo. Naturalmente, Carla filma tutto e adesso ne abbiamo un bellissimo ricordo (VIDEO 44).
Continuiamo il nostro viaggio lungo il bellissimo Tosenfjorden. Dopo Tosbotn attraversiamo una montagna coperta con la neve e passiamo vicino ad un lago ancora ghiacciato! Finalmente, vicino a Brenna arriviamo di nuovo sulla E6. Questa gita al mare ci costa 150 km aggiuntivi di strada! Da Brenna proseguiamo di nuovo il nostro viaggio verso Mosjøen, ma dopo 35 km, ci fermiamo vicino le bellissime cascate Laksfossen, presso Laksfors. Qui parcheggiamo, per filmare queste bellezze naturali (VIDEO 45). Dopo una breve passeggiata, prepariamo la cena. E decidiamo di fermarci anche per dormire. Il tempo sta migliorando!
16° giorno - 20.06.95 – martedì: Laksfossen - Fauske – 474/5016 km
Ci svegliamo con il bel tempo (VIDEO 46) e alle 10.30 partiamo verso nord. Attraversiamo Mosjøen, Korgen, Mo i Rana (VIDEO 47) e pranziamo sulla riva di un bellissimo fiume, pulito e trasparente (VIDEO 48). Tutto pieno di verde. Dopo il pranzo, proseguiamo con il nostro viaggio e venti minuti più tardi arriviamo al circolo polare. E’ molto interessante che a 2-3 km prima del circolo polare, inizia anche il paesaggio polare: altipiano deserto, coperto con la neve, senza un albero. Un po’ prima era tutto lussureggiante e verde. Incredibile!
Sul parcheggio
del circolo polare c’è un padiglione dove vendono, con sicuramente un buon
profitto, souvenir e cartoline postali.
Il gran
piazzale è pieno d’autobus, camper, camion, roulotte, rimorchi e dei tanti altri
veicoli. Tutto
intorno solo neve e nient’altro, ma tutti si fermano, comprano le cartoline e
scrivono a casa o agli amici dal circolo polare, per ricordarli che loro sono
arrivati anche qui! E qui non c’è proprio niente, sulle carte geografiche è
disegnata una linea, che qui naturalmente non si vede e la gente impazzisce!
Ho trovato, a lato del parcheggio, anche un monumento con la grande stella e con la scritta “Per il ricordo agli jugoslavi, internati nella seconda guerra mondiale”, in lingua croata e norvegese (VIDEO 49)!
Proseguiamo, senza comprare le cartoline. Vicino alla strada passa la ferrovia sulla terra innevata, ma la strada è pulita. Abbiamo sorpassato anche un treno merci. Questa è l’unica ferrovia della Norvegia settentrionale, sopra Trondheim. Porta alla città di Fauske, dove pensiamo di arrivare sta sera e là termina. Questo vuol dire, che la metà settentrionale (o quasi) della Norvegia non ha la ferrovia. In verità al nord c’è ancora una ferrovia vicino a Narvik, ma quella porta da Narvik direttamente in Svezia (inaugurata 1903), verso le miniere di Kiruna. Nel territorio norvegese è lunga solo 20 km ca. Serve alla Svezia per l’esportazione del minerale di ferro da Kiruna. Ma, perciò le strade in Norvegia sono veramente molto buone, qualche volta un po’ strette, ma la parte superiore della strada è buona, dritta e non danneggiata. Straordinario per i duri inverni Norvegesi.
Dopo la sosta al circolo polare, andiamo verso il nord sull’altopiano, con il paesaggio quasi invernale e deserto. Dopo 5-6 km la strada comincia a scendere e di colpo sparisce la neve, di nuovo tutto diventa lussureggiante, verde e pieno di fiori! Come se qualcuno volesse dimostrare: dove passa il circolo polare, anche il clima deve essere polare.
Ci fermiamo sulla riva di un bellissimo fiume blu, che scende con una rapida fragorosa e ci godiamo il panorama. Andiamo avanti, arriviamo a Fauske e subito proseguiamo per Bodø. Questa città è per noi un po’ fuori mano, ma trovandosi sulla riva del mare per noi è un invito! Vogliamo parcheggiare in un posto vicino al mare, pescare ed eventualmente pernottare. Ma in Bodø, ahimè, non abbiamo trovato alcun accesso al mare, la strada, prima e dopo Bodø, è costruita sulla costa ripida ed è difficile trovare il posto per fermarsi. Peccato, perché il tempo è bellissimo e c’è il sole.
Da Bodø parte anche il traghetto direttamente per le isole Lofoten. Nel porto c’è una bella coda di camper, che aspettano il traghetto e forse sarà difficile trovare posto. Il passaggio sembra debba essere anche abbastanza costoso, perché le isole sono lontane. Noi, nel nostro programma, non avevamo nemmeno previsto questo traghetto, perché non sapevamo della sua esistenza e optiamo per tornare a Fauske. Altri 150 km per niente. A Fauske ci sistemiamo su un bellissimo parcheggio, vicino al mare e passiamo la notte in un silenzio profondo.
17° giorno - 21.06.95 – martedì: Fauske - Stokmarknes – 265/5281 km
Nella notte
ripiove.
Alle 8.50
partiamo, con la pioggia, verso il nord.
Dopo
Straumen
e
Strinde arriviamo
al mare a
Bognes,
dove avremmo dovuto prendere il traghetto per
Skergebet
in direzione Narvik. Da Narvik avevamo l’intenzione di calarci in direzione sud,
verso le isole di Lofoten. Ma cambiamo idea e prendiamo il traghetto per
Lødingen,
sull’isola
Hinnøya,
che in realtà è la parte settentrionale di
Lofoten. Con questo, abbiamo un po’
accorciato la strada, ma cosi, purtroppo, non vedremo Narvik.
Con il bellissimo traghetto “Tysfjord”, dopo una traversata di un’ora, arriviamo alle 13.30 a Lødingen (VIDEO 50). Sbarchiamo e subito ci fermiamo sulla riva dove Carla prepara il pranzo. Finito il pranzo, proseguiamo avanti per Sortland. Arriviamo a Sigerfjord, ci fermiamo in un posto vicino il mare e scendiamo a piedi su un molo, fatto da legno. Il mare è trasparente, ma pieno di meduse. Sono color marrone, di diametro 10-15 cm. Improvvisamente passa davanti a noi un bel branco di pesce e ci precipitiamo a prendere le nostre attrezzature di pesca. Alla fine ci sembra, che neanche questa volta il pesce non ci abbia capito. Abbiamo fatto fare un bagno all’esca, ma nessuna scossa. Anche Carla ha provato, per la prima volta a lanciare l’amo. Ma anche da lei niente!
Proseguiamo e attraverso un ponte nuovo e bellissimo raggiungiamo Stokmarknes. Il tempo durante il viaggio è migliorato, dopo Lødingen non ha più piovuto e timidamente si è mostrato anche il sole. Parcheggiamo su un bel parcheggio nel centro della città, tutto nel verde, con una bellissima vista sul fiordo e sulle montagne. Prima della cena una breve passeggiata. Abbiamo di nuovo dormito nel meraviglioso silenzio.
18° giorno - 22.06.95 – giovedì: Stokmarknes - Henningsvær – 88/5369 km
Al mattino, verso le 8.00, il nostro parcheggio comincia a riempirsi di vetture. Ma nessuno protesta, nessuno ci dice niente! Alle 9.15 andiamo nel piccolo porto e compriamo, direttamente su una nave di pescatori, un bel pesce, un sej – salmone di mare, da ca. 1,5 - 2,0 kg, per soli 20 NOK (6000 Lit). Regalato! Un chilo di patate costa nel market 17 NOK! Più caro del salmone! Alle 10.00 visitiamo l’ufficio turistico. Decidiamo di fare un giro intorno all’isola, passando per Breivik e Ånstad, su una piccola strada secondaria ben asfaltata.
Ci fermiamo su un piccolo
piazzale vicino al mare (VIDEO
51). Tempo bello, soleggiato, non si vede anima viva. Ogni 5
o 10 minuti passa lentamente qualche macchina, poi silenzio. Si sente solamente
il belare delle pecore, che pascolano sulla montagna, più esattamente il belato
di una sola pecora, che tutto il tempo sembra chiamare qualcuno.
Andiamo sulle
rocce e di nuovo faccio il bagno all’esca.
Sembra che su tutto questo
litorale, il pesce non sia per niente serio. Non ha provato a fare neanche una
scossa! - Per il pranzo c’è un filetto del sej, molto buono, con insalata di
tarassaco, che ha raccolto Carla, nel tempo che io “pescavo”. Il Tarassaco si
trova qui in grandi quantità e, con questo “traffico”, sicuramente non è
inquinato.
Alle 15.00 arriviamo a Melbu, dove prendiamo il traghetto “Møysanen” e ci trasferiamo a Fiskebøl sulle Lofoten. Dal porto di Melbu siamo usciti con abbastanza bel tempo, non proprio con il sole, ma le Lofoten, ci hanno accolto male. Le montagne sono coperte di nuvole, c’è un vento freddissimo con pioggia e sembra autunno avanzato. Nuvole basse, la neve è già a 100 m sopra il mare. L’estate ha iniziato ieri (VIDEO 52)! Nonostante tutto, questo non ha diminuito le bellezze delle Lofoten. Ci sembrano come le isole di una fiaba, con quelle montagne ripide, che si alzano direttamente dal mare e si perdono nelle nuvole.
Da
Fiskebøl
partiamo per
Svolvær
e
Henningsvær,
dove ci attende di nuovo il sole
(VIDEO
53).
Heningsvær
è un piccolo paesino con un porto di pescatori, che nei mesi invernali diventa
centro per il raduno dei battelli di pesca, per questa parte dell’Atlantico.
Prima di arrivare nel
paese, già sulle rive del mare si trovano grandissime
impalcature di legno, sulle quali si stanno seccando le migliaia di merluzzi.
Pure dentro il paese, queste impalcature coprono grandi superfici di terreno.
Il merluzzo secco si trova qui veramente a tonnellate
(VIDEO
54).
Troviamo un parcheggio, subito all’entrata nel paese. Facciamo una passeggiata attraverso il paese e davanti ad ogni casa vengono appesi almeno una decina di merluzzi secchi. Le singole impalcature di legno, dove pendono i merluzzi, e che si trovano intorno al paese, sono grandi come il campo di tennis. E ce ne sono tante! I gabbiani sembrano non avere alcun interesse per questo pesce secco, probabilmente troppo duro per i loro becchi. Verso le 20.00 provo a pescare, in una piccola baia, subito dietro al parcheggio e finalmente prendo il mio primo pesce. Credo che fosse un ghiozzo, abbastanza grande, un pesce di colore biancastro con una grande testa. Decidiamo di ributtarlo in mare, non ci ispira, tutto pesce è una testa. Si dilegua subito sotto l’acqua e dopo in mezz’ora, catturo tre bellissimi sej (VIDEO 55), un po’ più grandi del nostro, grande sgombro. Per verità ne ho presi cinque, ma due non erano abbastanza responsabili per restare al loro posto e si sono tolti dall’amo all’uscita dall’acqua. Consumiamo un’ottima cena con vodka e vino. Di notte bisogna oscurare bene tutte le finestre, perché non c'è più notte. Tutta la notte è il giorno! Bel gioco di parole, ma è così. Il tempo promette bene.
19° giorno - 23.06.95 – venerdì: Henningsvær - Å – 160/5529 km
Nella notte (o meglio: nel giorno) ha cominciato soffiare un forte vento da nordest e in mattinata è freddo. Per crepare! Il cielo è rivestito di nuvole grosse e basse. Partenza alle 10.00 e presto comincia la pioggia. Un’atmosfera da autunno avanzato e molto fredda! Partiamo verso Lyngyær e dopo il ponte, che sorpassa lo stretto di Gimsøystraumen, svoltiamo a destra per visitare l’isola di Gimsøy (VIDEO 56). Per una stradina bianca e stretta, attraversiamo Gimsøy, Vinje e Vik. Durante questo tour ci batte un fortissimo vento, il camper dondola dai refoli, il mare fuma e la pioggia non ci da la pace. Il filmato, che abbiamo fatto, rende bene la forza del vento e del mare.
Spuntiamo di
nuovo sulla strada principale un po’ prima del ponte per
Smorten,
svoltiamo a destra sul ponte e dobbiamo fermarsi, perché sulla strada del ponte
giacciono tre pezzi di legno o forse tre rami secchi. Cosi ci sembra da lontano
e Carla scende dal camper, per
rimuoverli dalla strada. Vedo che li prende dalla
strada, ma perchè li porta in camper? Sono tre superbi grandi baccalà, secchi.
Probabilmente caduti da qualche camion. Più tardi li sistemiamo nel cassone sul
tetto del camper e li portiamo a casa a San Maurizio. Buonissimi!
Proseguiamo per Stamsund e Leknes, accompagnati sempre da una fitta pioggia e dal forte vento, con le nuvole basse, che purtroppo coprono tutte le cime delle montagne. E proprio queste montagne sono la bellezza delle Lofoten. Sono dappertutto e sembrano ergersi dal mare! Finalmente dopo Leknes comincia a fare capolino il sole, nonostante una fortissima bora. Pranziamo, su un parcheggio vicino alla strada, buonissimo il pesce contornato dalla bellissima vista sul fiordo e sul mare agitato, ma illuminato dal sole (VIDEO 57). Fuori è freddo, ma nel camper la temperatura è magnifica, ci riscalda il sole. Proseguiamo e attraversiamo un tunnel sotto il mare, fra le isole Vestvagøya e Moskenesøya (pedaggio abbastanza caro). Attraversiamo Nepp e scopriamo per caso, sotto la strada, un piccolo porticciolo pieno di gabbiani, che girano tutto intorno e fanno un tremendo baccano. Ci fermiamo e vediamo che nel porticciolo, sotto una casa, costruita sui pali di legno, sono legati due pescherecci e che proprio là si trova in volo la maggioranza dei gabbiani (VIDEO 58). Sicuramente ci deve essere del pesce in lavorazione e forse si può anche comprarlo! Carla va subito in perlustrazione e io resto sulla strada, che è un po’ stretta e non permette di lasciare da solo il camper. Dopo un po’ Carla torna esibendo un bel merluzzo di almeno due-tre chili. In quella casa sono due ragazzi che svuotano il pesce dall’intestino, dalle teste e lo preparano per il mercato. Carla ha chiesto di poter comprare un pesce. E uno dei ragazzi le ha generosamente subito donato questo grande merluzzo, senza volere del denaro in cambio. Insieme con Carla torniamo nella casa per ricambiare con un litro di vino italiano. Felicissimo lui, contenti noi.
Continuiamo il nostro viaggio verso sud con la pioggia, il vento e il tempo brutto (VIDEO 59). Purtroppo delle Lofoten, delle bellissime bianche spiagge e del mare di colore smeraldo, non si vede niente, tutto è grigio, umido e freddo. Peccato! Attraversiamo Reine, il piccolo grazioso paese di pescatori, sommerso nell’acqua. Intorno c’è il mare, sopra la pioggia e sotto la terra piena di pozzanghere ed inzuppata di acqua (VIDEO 60). Verso le 19.30 arriviamo alla fine della strada, che s’interrompe di colpo, per fortuna un po’ in salita. E’ il punto stradale più meridionale delle Lofoten, dove si trova il paese, che ha solamente una lettera e si chiama Å. Il nome non poteva essere più corto. Abbiamo pensato che nell'atlante geografico si trova anche al primo posto nell'elenco dei paesi. Invece negli atlanti norvegesi non è cosi, perché nell'alfabeto norvegese la lettera Å si trova al ultimo posto.
20° giorno - 24.06.95 – sabato: Å - Utakleiv – 102/5631 km
Ci svegliamo con la pioggia e con il tempo freddo. Dopo la colazione nutriamo i gabbiani e filmiamo la loro lotta, per le rimanenze del merluzzo e della nostra cena di ieri (VIDEO 61). Facciamo una piccola passeggiata verso il sud per ca 100 m, fino ad una roccia sopra il mare, passando sopra il muschio bagnato dalla pioggia. Più avanti non si può andare, perché là finisce l’isola. Ritorniamo con i piedi tutti bagnati! Al parcheggio abbiamo conosciuto una giovanissima coppia di tedeschi di Francoforte: Martina e Martin! Sono arrivati al parcheggio questa notte. Molto socievoli!!
Partiamo verso le 10.00.
Dopo la località di Moskenes,
ci fermiamo vicino ad un piccolo cimitero, che si trova attaccato alla strada,
senza alcun muro di recinzione.
Il
cimitero è situato su un terreno un po’ in pendenza, che corre parallelamente
con il ciglio della strada
(67.905 13.045).
E’ coperto da un’erba
verde, ben tagliata e nell’erba sono situati piccoli, semplici e modesti
monumenti.
Tutto è pieno
di fiori. Le tombe
singole senza tumuli non si riconoscono, il terreno è tutto dritto. Ci sono solo i piccoli monumenti, i
fiori e l’erba, che è rasata con il tagliaerba. Tutto è pieno di colori e senza
quegli orrendi muri grigi in cemento, come da noi. Bello, da filmare, e noi lo
abbiamo fatto (VIDEO
62).
Comincia il ritorno verso il nord e la strada ci porterà lungo le isole Lofoten. Dopo breve tempo, arriviamo a Reine, un piccolo paese di pescatori, molto bello e pittoresco, con un porto piccolo, ma molto ben protetto per i pescherecci. Il tempo è diventato bello ed è uscito il sole. All’entrata a Reine, subito vicino alla strada, c’è una piccola insenatura con le rocce alte, dove nidificano i gabbiani. Ci sono a migliaia e fanno, come sempre un tremendo baccano. Il paese Reine è oggi molto più simpatico di quello di ieri. Ci fermiamo, parcheggiamo all’entrata nel paese e facciamo una passeggiata. Tutto il paese è pieno di baccalà secco. Una superficie totale pari ad almeno tre o quattro campi di tennis, o forse di più, è coperta di baccalà. Essiccato all’aria, senza sale e per fortuna senza puzza (VIDEO 63). Incontriamo di nuovo Martina e Martin.
Un paio di chilometri più avanti, facciamo la sosta sopra il mare e pranziamo. Il tempo è migliorato, il mare è azzurro e decidiamo di tentare la fortuna pescando. Noi peschiamo ancora nel modo in cui ci hanno insegnato a San Maurizio: un galleggiante e mezzo metro sotto un piccolo amo con l’esca. Siamo due principianti, due giorni fa ho pescato per prima volta con una canna da pesca, e Carla lo fa per prima volta oggi!! Carla ha trovato sulle rocce le conchiglie patella, li mettiamo sull’amo e funziona! Questa volta il pesce sembra capisca cosa deve fare e dopo circa un’ora abbiamo nel nostro sacchetto di plastica 13 bellissimi pesci, 13 sej! Questa volta, peschiamo tutti due, Carla prende 5 o 6 pesci (VIDEO 64). Sono grandi come quelli dell’altro ieri, vale a dire un po’ più grandi dei nostri sgombri. Per la verità i sej erano 14, ma uno era piccolo e lo abbiamo ributtato in mare. Povero! Non è stato abbastanza lesto da sparire in profondità e uno dei gabbiani, che sono dappertutto è sceso in picchiata, lo ha agganciato e decollando lo ha inghiottito. La pesca si è svolta per la maggior parte del tempo cosi: si getta l’amo, dopo 5 secondi il pesce si aggancia, da una scossa, si risponde con uno scossone, tiri il pesce fuori dall’acqua e lo butti sulla roccia, sulla quale siamo sistemati. Qualche pesce si stacca dall’amo è cade in mare o scivola dalla roccia, molto inclinata, è finisce in acqua. La roccia è molto scivolosa, inclinata ed è molto complicato stare in piedi e ancora più complicato togliere il pesce dall’amo. Ma lo stesso è molto divertente. Il mare era calmo e di un bel colore, e c’era anche il sole. Carla ad un certo punto ha detto basta, che avevamo troppo da mangiare e che era un peccato pescare, per poi sciupare le cose. Naturalmente, siamo entusiasti del nostro successo di pesca.
Partiamo, con il nostro ricco bottino e troviamo dopo un paio di chilometri una bellissima spiaggia di sabbia bianca. Tutte le spiagge delle Lofoten hanno una bellissima sabbia bianca ed il mare, quando c’è il sole, ha un colore turchese o smeraldo. Cominciamo a pulire il pesce… e chi si ferma vicino di noi? Martina e Martin! Ammirati per la nostra pesca, Martina impara come si pulisce pesce e ci prova anche. Li invitiamo a cenare con noi, perché il pesce è in abbondanza per tutti. Loro hanno in programma di visitare ancora qualche meraviglia naturale norvegese e ci diamo appuntamento due ore più tardi, verso le 20.00, in una baia davanti Utakleiv, ca. 25 km al nord. Dalla mappa ci sembra che questa baia sia abbastanza tranquilla e isolata(!), quindi l’ideale per cenare e per dormire in pace.
Proseguiamo verso un piccolo fiordo, di nome Nusfjord (VIDEO 65) (dove di nuovo incontriamo Martina e Martin). Molto bello, con un piccolissimo porto, pieno di gabbiani, dei lori nidi sulle rocce e del loro tremendo baccano. Torniamo indietro, attraversiamo Leknes e Leitebakken e raggiungiamo un posto di nuovo molto vicino al mare, due o tre chilometri davanti il paesino Utakleiv. Qui, su un piccolo allargamento della strada, con il posto per due o tre macchine, dieci metri dal mare, parcheggiamo il nostro camper e ci prepariamo per la notte. Davanti e dietro di noi, nel raggio di almeno due chilometri, non c’è anima viva. Siamo tranquilli e non ci viene in mente che forse potrebbe essere pericoloso. Siamo troppo lontani dalla ’’civiltà’’. L’unico neo, il tempo che si è un po’ guastato.
Verso le 20.00 arrivano Martina e Martin, che parcheggiano dietro di noi, sullo stesso allargamento della strada. Per la cena abbiamo l’ottimo fresco pesce, il vino, la birra e del cognac. Si chiacchiera fino all’una di notte, ma con un chiarore da pieno giorno. Dopo a letto, in serafica pace. Durante tutta la notte, vicino a noi sia transitata, credo, una macchina!
21° giorno - 25.06.95 – domenica: Utakleiv - Gratangenfjord – 326/5957 km
Nella mattinata
abbiamo salutato Martina e Martin (VIDEO
66), lasciandoli al parcheggio. Noi proviamo ad
andare avanti in direzione Utakleiv per proseguire intorno alla penisola, sempre
in direzione nord. Purtroppo a Utakleiv finisce la strada. Finisce di colpo,
come ad
Å,
e non c’è più. Dobbiamo girare e tornare indietro
(VIDEO
67). Passiamo vicino al nostro
posteggio notturno, ci congediamo nuovamente da Martina e Martin e proseguiamo
da soli, ripercorrendo la stessa strada con la quale siamo arrivati ieri sera.
Il
tempo non è proprio bello, ma non piove.
Più tardi attraversiamo
Leitebakken, Borge, dove comincia piovere, poi
Svolvær
e alle 13.30 arriviamo a
Fiskebøl
(VIDEO
68).
Ci mettiamo in fila per aspettare il traghetto dalle 14.40.
Aspettando
sulla riva il traghetto, Carla prepara un buon pranzetto.
Sotto la pioggia, che
tambureggia sul nostro tetto, beviamo un buon caffè ed in fine c’imbarchiamo nel
traghetto “Møysalen”.
Alle 15.10 arriviamo a Melbu e proseguiamo verso il nord. Sotto una fortissima
pioggia attraversiamo Stokmarknes,
Sortland, e poi sempre con la pioggia, ma
adesso accompagnata da un fortissimo vento, Sigerfjord,
Kanstad e Kongsvik,
sempre con E10. Qui
diminuisce la pioggia, ma il vento resta sempre molto forte, il mare è bianco e
davanti noi abbiamo un grande ponte il “Steinslandstraumen bru”, che dobbiamo attraversare
e che passa in alto sopra lo stretto di Tjeldsund (VIDEO
69). Sempre sotto questo fortissimo
vento, con l’altezza del nostro camper e con la superficie esposta al vento, non
è molto divertente passarci sopra.
Ma non c’è
altra soluzione!
Il
vento sul ponte ci vuole portare pericolosamente fuori nostra direzione.
Sotto, ma
molto di sotto, c’è lo stretto di mare, pieno d’onde bianche, meglio dire
completamente bianco. Finalmente siamo ad altra parte, giriamo a sinistra verso
il nord e dopo un po’ parcheggiamo nei pressi di Fornesvik, vicino al mare.
Non piove, siamo in
un luogo al riparo dal vento e godiamo della bellissima vista sul grande
Vågsfjorden.
La
pioggia è completamente cessata, il vento fa le sue ombre sul mare, il mare e le
montagne sono pieni di bellissimi e variopinti colori, scuri e chiari, blu,
verde e viola, indescrivibile! Proseguiamo via
Renså
e Grovfjorden fino ad un parcheggio sulla strada vicino
Tjuvskjær
nel Gratangerfjord, dove arriviamo verso le 18.30.
Ritento con la pesca. La pesca dura poco e senza successo. Un tipo, sembra un francese, a 150 m da noi, pesca già da due ore e finalmente torna al suo camper con almeno 30 sej. Sono triste e arrabbiato, penso: quale tipo di esca il tizio possa avere o alla sua pazienza più tenace... forse è più paziente di noi. Oggi so che non era nulla di questo. Il tizio non pescava con la nostra tecnica di pesca (il galleggiante e l’esca), ma con un’altra, quella che noi abbiamo imparato più avanti, al nord.
Il tempo è nuvoloso, ma non piove e il vento è sparito. Il parcheggio è molto bello, si trova sulla cima di una piccola collina, vicino alla strada e sopra il fiordo, non ha protezione dal vento, che per fortuna, al momento, non c’è. Ma, nella notte si alza un fortissimo, pauroso vento, che scuote il nostro camper come una foglia e che ci impedisce di dormire. Il camper traballa, sembra che il vento ci possa spazzare da un momento all’altro via dal parcheggio. Alle 3.30 di notte, con un sole che sfondava le nuvole, io in pigiama metto il camper in moto e decido di spostarlo 2 km più avanti in una piccola baia di pescatori. Là, a mezzo metro dal mare, proseguiamo in pace con i nostri sogni.
22° giorno - 26.06.95 – lunedì: Gratangenfjord - Tromsø – 226/6183 km
Oggi abbiamo
dormito un po’ più del solito, dopo quella notte tanto burrascosa.
Alle 10.30
partiamo con la pioggia, che dopo ci accompagna tutto il giorno, fino al
Tromsø.
La strada ci porta per Gratangen, dove prendiamo di nuovo la nostra vecchia E6.
Proseguiamo nell’interno in direzione Setermoen e
Andselv. Arriviamo alla costa
meridionale del lunghissimo Balsfjorden e lo seguiamo fino a
Nordkjosbotn.
Qui giriamo a
sinistra e seguiamo la costa settentrionale del Balsfjorden in direzione
Tromsø.
Ricompare il vento, che è fortissimo e questa volta accompagnato dalla pioggia.
Viaggiare in queste condizioni non è proprio il massimo. Per fortuna il vento
dopo
un po’ cessa. All’entrata nel
Ramfjorden, a cca 30 km da Tromsø,
troviamo un campeggio, ci fermiamo davanti, sulla strada ed entriamo per fare
una bella doccia (2.550.- Lit a persona). In Norvegia è possible entrare senza
veicolo nel campeggio, comprare i gettoni e fare la doccia. All’entrata del
campeggio, nella sua casetta c’era il guardiano, che masticava il baccalà secco.
Vicino a lui, sotto il tavolo il suo cane.
Masticava
anche lui, sempre il baccalà. Probabilmente per questo ha una pelle bellissima,
densa e lucida!
Rinfrescati e puliti, proseguiamo il nostro viaggio ed a Fagernes giriamo di nuovo a sinistra. Con la sottile pioggia arriviamo verso le 15.30 a Tromsø (VIDEO 70), attraversando un lungo ponte sopra il fiordo. Tromsø è una bella cittadina, abbastanza ordinata, piena di gente. Abbiamo girato fino le 16.30, quando chiudono i negozi. Ad un tratto le strade si svuotano e non si vede quasi più nessuno in giro. In Norvegia, attraversando i paesi, ma anche sulle strade, si vede sempre poca gente!
Abbiamo trovato un bel posto per il parcheggio, su un fazzoletto di terra vicino al porto, a 5 metri dal mare. Molto bello, silenzioso e lontano dal traffico. Siamo stanchi, abbiamo percorso una brutta strada, dovendo prestare molta attenzione alla guida, peggiorata anche dal vento e la pioggia. Sulla montagna, che abbiamo attraversato, c’era anche della nebbia. Ceniamo in santa pace. Dopo la cena, tento di nuovo bagnare l’esca. Ancora niente! Che tristezza!
La notte, questa volta è trascorsa bene, senza il vento, senza la pioggia e finalmente nell’amato silenzio!
23° giorno - 27.06.95 – martedì: Tromsø - Soleng – 194/6377 km
Il giorno è nato con poche nuvole e con molto sole, ciò nonostante fa freddo ed è molto ventoso. Nella mattinata andiamo a visitare la città (VIDEO 71). Carla cerca dei ciondoli, da donare ai nostri figli, Jasmine e Peter, ma in fine non compra niente. Tutto è troppo caro. Sulle strade c’è parecchia gente, nonostante il vento freddissimo. Assomiglia al nostro febbraio e non all’estate, ma sono le loro temperature estive e loro sembrano abituati a questo clima. Abbiamo visto una giovane e bella ragazza, con la mini e senza le calze?? Brrrividi! Ho filmato un po’ per la città, abbiamo comprato i viveri e il giornale, “La Stampa” della domenica (VIDEO 72). Passando davanti ad un negozio sento due donne che parlavano in croato. Mi sono fermato ed ho cominciato a parlare con loro. Sono di Mostar, Erzegovina, dove c’è adesso la guerra fra Croati (cattolici), Serbi (ortodossi) e Bosniaci (musulmani). Loro sono musulmane e sono scappate davanti ai Croati! Triste! A Mostar non ci sono Serbi o forse solo pochi.
Sono le 12.00 e
ritorniamo, verso Nordkjosbotn. All’uscita dalla città attraversiamo il grande
ponte e ci fermiamo vicino ad una bella chiesa, in stile moderno, che sovrasta
Tromsø ed offre una bella vista sulla città.
Continuiamo
con la E6, attraversiamo Nordkjosbotn e questa volta giriamo verso il nord.
Ci fermiamo su un
bel parcheggio sulle rive dello Storfjorden, a un metro dall’acqua.
Il sole è
forte ed è diventato, relativamente, caldo. Una gran differenza da Tromsø,
che è più vicina all’oceano e più battuta dal vento freddo. Qui siamo un po’
protetti, il vento non c’è, bonaccia! Carla prepara
il pranzo.
Dopo il pranzo,
come il solito, io provo a pescare. Senza speranza! Proseguiamo e ci fermiamo
dopo ca 20 km, ritento ancora, ma il pesce mi ignora!
Ci fermiamo di nuovo presso Odden, subito dopo un promontorio, all’entrata nel Kåfjorden e decidiamo di pescare, questa volta sul serio. Lasciamo il camper sul piccolo parcheggio sulla curva della strada e scendiamo al mare. Carla di nuovo cerca le conchiglie per l’esca e cominciamo. Questa volta è andata meglio! Abbiamo preso 4 pesci: tre piccoli e un grande sej (il grande lo ha catturato Carla) (VIDEO 73). Carla filma la pescata con la videocamera, gira la camera per 90 gradi (?) dimenticando che non lavora con una fotocamera!! Risultato: il filmato si presenta girato per 90 Gradi?! Peccato!
Sul parcheggio è arrivato un altro camper, con una coppia: lui svizzero di Basilea, lei del Nepal. Lui intorno ai 65, lei 30-35. Lui non esce dal camper, legge e lei pesca, ed è molto brava. Prima volta vediamo come si pesca qui! Lei pesca solo con il cucchiaino, senza il galleggiante con l'esca. Il cucchiaino è fatto da piombo come un piccolo pesce (di diverse grandezze e diversi pesi), colorato in diversi colori, con in coda tre ami, a forma d’ancoretta. Si lancia lontano (a 20-40 metri) e si traina girando il mulinello, facendo ogni tanto qualche scossa, il pesce salta sul cucchiaino ed è fatta. Ecco il segreto della ricca pesca! Adesso è finalmente chiaro, perché il pesce norvegese non ha capito le nostre intenzioni e non si lasciava prendere! Alla fine, quando la signora va via, ci regala il suo bottino: un bel baccalà di oltre un chilo ed ancora due bei sej. Loro, dice, mangiano solo pesce grande e hanno il frigo pieno! Hai capito?!
Adesso abbiamo finalmente di nuovo il pesce per cibarsi e proseguiamo. Troviamo vicino la strada la cascata di un ruscello, che scende dalla montagna e riempiamo tutti i nostri serbatoi con l’acqua pulita e fredda, che arriva dal ghiacciaio (VIDEO 74). Ci fermiamo sull’altra sponda del fiordo Kåfjorden, vicino il paese Soleng, un po’ prima di Olderdalen. Fra la strada ed il mare c’è un grande spazio, libero, sembra la base per costruire una stazione di servizio o qualcosa di simile e qui facciamo il nostro campo. Dopo cena, speriamo di vedere il sole di mezzanotte. Alle 23.30 il sole è ancora abbastanza in alto, sopra l’orizzonte, fra le nuvole, ma in breve tempo le stesse si addensano e lo spettacolo naufraga. Dopo un po’ dal tetto si sente il solito tamburello. Comincia a piovigginare. La notte passa silenziosa, nonostante non siamo lontano dalla strada. Il traffico per fortuna è scarso.
24° giorno - 28.06.95 – mercoledì: Soleng - Langenes – 185/6562 km
Ci alziamo tardi e accompagnati da una pioggia sottile ci muoviamo verso nord. Attraversiamo Olderdalen e Langslett e ci fermiamo a Nordreisa. Andiamo al market per la spesa. Nel market sono esposti i cucchiaini da pesca, simili a quelli che abbiamo visto ieri. Ne compriamo due pezzi per prova. Chi sa se funzioneranno, siamo ancora un po’ increduli. Proseguiamo la nostra strada e ci fermiamo dopo ca. 20 km su un piccolo parcheggio a Straumfjordnes, dove c’è uno stretto, all’entrata nel fiordo. Lo stretto è largo forse una cinquantina di metri, l’acqua è molto bassa. Da qui l’acqua entra ed esce, durante l’alta e bassa marea e forma le correnti fra il grande Reisafjorden e il piccolo Straumfjorden, lungo ca. 8 km.
Parcheggiamo
vicino al mare e Carla si appresta a preparare il pranzo. Come al solito, scendo
subito al mare per vedere la situazione, perché qualcosa non mi quadra. Siamo
parcheggiati proprio sullo stretto e vedo che dal mare aperto, l’acqua adesso
comincia ad entrare nel fiordo. Lo stretto è diventato un piccolo fiume, l’acqua
crea una corrente che sta crescendo e con l’acqua arriva il pesce, a flotte.
Vedo
il pesce, in maggioranza i sej, che entrano nel fiordo in grandi quantità e
passano anche a mezzo metro dalla riva.
Il pesce comincia saltare
fuori dal mare, sempre di più e sembra che il mare cominci a bollire.
Naturalmente, dal camper lanciamo subito le canne e ci mettiamo tutti due a
pescare a modo nostro, con l’esca.
A mala pena
prendiamo tre sej.
Ma perchè cosi poco, se tutto brulica di pesce? Finalmente capiamo che il pesce
non è interessato a questo tipo di esca e proviamo a montare i cucchiaini.
I
risultati arrivano subito, ma non per lungo tempo. Che cosa è successo?
Quando si butta il
cucchiaino, si deve subito cominciare a girare il mulinello per recuperare la
lenza, cioè per non lasciarla cadere sul fondo, che è roccioso e dove
l’ancoretta si aggrappa facilmente. Ma, non siamo stati troppo attenti,
l’esperienza ci manca ancora e nello stretto l’acqua è bassa. Purtroppo, in poco
tempo, siamo rimasti senza i nostri cucchiaini. Due volte, quando sono caduti
sul fondale, siamo riusciti in qualche modo a recuperarli, forse perché non
lontani dalla riva. Ma, una volta, quando mi ha chiamato Carla in aiuto per
recuperare il suo cucchiaino, che era agganciato sul fondo, sono andato subito
in aiuto e senza pensare ho lasciato il mio cucchiaino in libera caduta. Cosi li
abbiamo persi tutti e due!
La più bella
pescata fino adesso è finita cosi.
Peccato, giacchè la
pescata era già buona!
Decidiamo di proseguire verso Alta, perché il nuovo cambio della corrente d’acqua dovrebbe iniziare appena in due ore. Noi siamo oltretutto senza gli strumenti adatti alla pesca. Strada facendo, vediamo per la prima volta le renne, all’inizio solo qualcuna fra le betulle, ma più tardi ne incontriamo interi branchi, che camminano sui pendii delle montagne. Una volta abbiamo visto tre branchi con 50-60 renne ica ciascuno. Ci accompagna per tutto il percorso un autobus dalla Slovenia, di Maribor, che si ferma ogni volta all’avvistamento delle renne. Chi sa dove vanno, probabilmente al Nord Cap. Il tempo pian pianino migliora (VIDEO 75).
Ci fermiamo vicino a Langenes, 4 km dopo Toften, sulle rive di Altafjorden, su un piazzale vicino alla strada, non molto bello. Sono le 21.00 e bisogna prepararsi per dormire. Ma, prima vogliamo ancora pescare, perché dalla nostra postazione, ca. 15 m sopra il mare, le rocce sottostanti promettono un bel terreno di pesca. Purtroppo dobbiamo pescare a modo nostro con l’esca. Nonostante tutto prendiamo 4-5 pesci, non grandi. Verso le 22.00 arriva un giovane Norvegese e si mette pescare vicino a noi. C’informa che sta sera, con l’alta marea, dovrebbero arrivare i salmoni. Vede i nostri attrezzi, non ride, ma dice che con questo non si pesca niente. Mi regala un bel cucchiaino, uguale al suo, e Carla gli regala un litro di vino, qui molto caro. In breve tempo dovrebbero arrivare suo fratello e il padre, con gli amici, perché sta sera è l’occasione per la pesca. Forse c’è la posizione della luna favorevole o chi sa quale segnale. Vedremo! Io guardavo un po’ come pesca lui. Ha una canna molto lunga, con un mulinello un po’ strano, con il nylon verde, intrecciato e butta l’amo a cinquanta metri dalla riva! Dopo un po’, mi sposto una cinquantina di metri a destra e comincio, per prima volta, a fare il bagno ad un vero cucchiaino. Dopo ca. dieci tiri a vuoto, sento una bella scossa e comincio a tirare. Qualcosa si batte contro e sembra abbastanza pesante. Finalmente estraggo dall’acqua un bel baccalà di oltre 1 kg (57 cm). Carla, che è andata mezz’ora fa a preparare la cena, chiama dal parcheggio. Sono già le 23.00. Torno al camper e mostro orgogliosamente il mio trofeo. Carla è entusiasta e dopo la cena vuole subito tornare al campo di pesca. I Norvegesi sono andati via, hanno preso solo due sej, belli, ma più piccoli del mio baccalà! Abbiamo pescato fino a mezzanotte, il tempo era nuvoloso, non abbiamo visto il sole di mezzanotte, abbiamo preso ancora un pesce e all’1.30 siamo andati dormire.
25° giorno - 29.06.95 – giovedì: Langenes - Rypefjord – 203/6765 km
La sveglia oggi è stata un po’ tardiva. Dopo una buona collazione partiamo, verso le 11.00, in direzione di Alta. Davanti ad Alta ci fermiamo presso un museo, che si trova all’aperto e dove si possono ammirare delle incisioni rupestri datate 6000 anni fa. Cosi è almeno scritto. Tutte le incisioni sono colorate di rosso, sicuramente per risaltarli meglio, specialmente quando piove, ma c’è qualcosa che non mi convince. Senz’altro il prezzo: 12.000 Lit a persona e forse anche qualche disegno, che sembra aggiunto più tardi (VIDEO 76)?
Entriamo ad Alta per comprare i viveri, i cucchiaini e la nafta e immediatamente proseguiamo al nord. Ci fermiamo subito dopo Alta presso Rafsbotn, in una piccola baia, sulla strada per Russeluft. L’acqua non è molto bella, come al solito, il mare sembra un lago, coperto con le alghe di uno strano colore giallastro. Finche Carla prepara il pranzo, io provo pescare, ma l’acqua e troppo bassa (forse per questo non sembra pulita) e dall’acqua non arriva alcun segnale o scossa. Dopo il pranzo la strada, sempre la E6, ci porta nell’interno, verso il paese Skaidi, che si trova ad una settantina di km al nord. Lasciando la costa, ad un tratto sparisce il verde e gli alberi, tutto somiglia ad un deserto. Ci sembra di trovarsi, di nuovo, al circolo polare, manca solo la neve. La strada va dritto, senza una curva, un po’ in leggera salita, un po’ in leggera discesa. Cosi per cinquanta km, senza una casa, senza anima viva, intorno a noi c’è solo: un bel niente. Arriviamo finalmente a Skaidi e svoltiamo a sinistra in direzione Hammerfest. Là speriamo di vedere il sole di mezzanotte (VIDEO 77).
Vicino ad
Oldernes arriviamo finalmente al mare e cominciamo cercare una
posizione per la pesca. Adesso quando abbiamo imparato come si fa, non riusciamo
aspettare, bisogna pescare. Ma è difficile trovare un bel posto, perché lungo
tutta la costa, proprio sul margine del mare, c’è un largo strato (da due a tre
metri) di alghe, che minacciano di rubarci i nostri ami, quando li ritiriamo
dall’acqua. C’è anche un vento freddo, per fortuna non piove! Alla fine
arriviamo a Kvalsund, dove c’è il ponte che attraversa lo stretto e collega la
terra con l’isola Kvaløya, sulla quale si trova Hammerfest. Questo stretto di
mare è veramente stretto e si trova fra due grandi fiordi
Sammelsundet e Straumen. Speriamo, che qui, durante il cambio di alta e bassa marea, dovrebbero
formarsi grandi correnti dell’acqua. Con le correnti arriva il
pesce e…?! Decidiamo di provare.
Passiamo, con una strada laterale, sotto il ponte e dopo cca 200 m parcheggiamo sull’orlo della strada, sopra il mare (+). Le alghe non si vedono e il vento non c’è. Prendo la canna, comincio buttare e tutto funziona da matti! In una decina di minuti prendo sei grandi sej (da 0,50 - 0,80 kg) e due più piccoli (VIDEO 78). Purtroppo, devo fermarmi, Carla non sa dove mettere tutto questo pesce, il nostro frigo è relativamente piccolo, il freezer quasi non esiste. Per tanto pesce non c’è spazio. Un gran peccato, ma la vita è fatta cosi. Per la verità comincia essere anche un po’ freddino. Sono già le 20.30. Sta mattina ad Asta piovigginava ed era freddo, nel pomeriggio soffiava forte vento, che ha raffreddato ancora di più l’aria, già fredda.
Portiamo al camper le canne e il pesce e attraversiamo il ponte in direzione Hammerfest (VIDEO 79). Intorno alle 21.00 arriviamo a Rypefjord, a 4 km da Hammerfest e parcheggiamo vicino un porticciolo di pescatori. Troviamo qui, già parcheggiati, due camper dall’Italia, uno da Pisa, l’altro da Firenze, che viaggiano insieme. Vado subito chiedere se vogliono un po’ del pesce fresco. Sorpresi e soddisfatti, perché non hanno trovato il pesce per comprare (?) e da soli non pescano. Torno a nostro camper, prendo due grandi sej e li porto in regalo ai camperisti, che sono felicissimi. Io anche, perché cosi, domani posso di nuovo pescare! Carla ha fortemente protestato, perché non crede “nella fortuna matta, che avevo oggi”. Io invece penso che nello stretto, c’è tutto pieno di pesce e domani non sarà alcun problema di approvvigionarsi col pesce.
Per la cena, buonissimo, superfresco pesce con il buon vino e con il silenzio intorno a noi. Dopo la mezzanotte ha cominciato piovere.
26° giorno - 30.06.95 – venerdì: Rypefjord - Skavika – 153/6918 km
Quando ci siamo svegliati abbiamo visto, attraverso la finestra, un branco di renne che percorrevano il nostro parcheggio e ai bordi pascolavano l’erba. Facciamo la colazione e dopo si parte per Hammerfest. Hammerfest è una bella cittadina portuale, di una certa importanza, ed è anche il porto più settentrionale della Norvegia. Entrando nella città si vedono tante case non costruite in legno, com’è abitudine in Norvegia, ma in cemento. Più tardi abbiamo saputo, che la città era distrutta durante la guerra dai tedeschi e questa che vediamo è una città completamente nuova (VIDEO 80). In Hammerfest compriamo una ventina di cartoline, per scrivere un po’ a tutti.
Abbiamo deciso di non andare a Nordkapp, perché siamo convinti che la gente va là dal snobismo puro, per poter dire: c’ero anch’io! Abbiamo visto, durante la traversata di Norvegia, gli autobus tedeschi, di Neckermann ed altri, di correre in fretta per la strada centrale norvegese verso nord, con grandi scritte Nordkapp. Sembra, che per loro in Norvegia esista solo quello. Dalla Norvegia, non hanno visto niente. Fanno in 7 o 8 giorni l’andata e ritorno, stipati nell’autobus, felici perché sono stati al Nordkapp!! Cretinata! Per noi sono anche le spese aggiuntive: l’ultimo traghetto costa 200.- DM (A/R), il parcheggio asfaltato 50.- DM/giorno. Parcheggio si trova su una pianura, a 300 m sopra il mare, ed eccetto il sole di mezzanotte, non si vede nient’altro. Si, ci sono i chioschi con i souvenir e la parapiglia di gente e di veicoli! Come sul circolo polare, dove Carla voleva subito scappare via. E non è detto che si vede il sole, perché le nebbie sono molto frequenti e durano anche qualche giorno. Spesso soffia anche un vento forte. Qualcuno ha aspettato tre giorni il sole di mezzanotte, spesso anche al freddo. I Norvegesi sono un popolo intelligente, loro sanno come si guadagnano i soldi.
Il tempo è urico, cade la pioggia sottile, è molto freddo. Passeggiando per Hammerfest, riprendo con la camera i dettagli della città e adesso ho le mani quasi gelate. E pensare che è fine di giugno e che 10 giorni fa siamo entrati nell’estate!
Nel porto è legata al molo una bellissima, grande barca a vela per alto mare, sotto la bandiera inglese. E’ lunga cca 30 m o più, con un altissimo albero (quattro crocette) e due stralli per i fiocchi, tutta l’armatura (tiranti ecc) è di grandi dimensioni e d’acciaio inossidabile. La vela ed i fiocchi sono avvolgibili. La superficie di poppa si può aprire e dalla barca esce una superficie piana, sul quale c’è un bel gommone, che durante le traversate ed eventuali burrasche è dentro, nella pancia della barca. Bellissima cosina per le tasche profonde! Io mi sono permesso il lusso di filmarla (VIDEO 81)!
Dopo che abbiamo visto tutto di Hammerfest, partiamo di nuovo per quel bel posto
di pesca di ieri. Tempo è un po’ migliorato, non è cosi freddo come a
Hammerfest. Qui siamo dall’altra parte del isola e un po’ protetti. A Hammerfest
siamo stati praticamente sull’Atlantico! In un’ora di pesca, abbiamo preso una
quindicina di sej, questa volta anche molto grandi (alcuni hanno più di un
chilo). Il più grande pesce ha preso Carla. E’ difficile credere quanto pesce
c’è in questo stretto di mare. Ci sembra che oggi siamo capitati proprio in
tempo giusto. Abbiamo notato vere correnti marine, che corrono da un fiordo più
grande verso quello più piccolo e viceversa, e sono causate dall’alta o bassa
marea. Il mare bolle e brulica dal pesce, come due giorni fa sullo
Straumfjordnes. Solo che là era uno stretto di cca 50 m, qui da almeno 200.
Naturalmente qui c’è anche una profondità più grande ed anche il pesce ha le
dimensioni più grandi. Gli stormi di gabbiani attaccano la superficie del mare
che bolle e fanno la festa. Ogni volta quando buttavamo il cucchiaino, lo
tiravamo fuori con il pesce attaccato. Qualche pesce abbiamo perso nell’acqua
bassa vicino a costa (non avevamo la retina). Per documentare quanto pesce era
nel mare testimonia il fatto, che almeno 5 pesci abbiamo tirato fuori agganciati
non per bocca, ma per occhio,
per la pancia ed uno per la coda! Succede, perché
quando si tira il cucchiaino, si fa ogni tanto una forte scossa con la canna e
quando il cucchiaino accelera di colpo la sua corsa, attraversa velocissimo lo
stormo e aggrappa dove arriva. Il pesce non riesce scappare, lo stormo è troppo
denso e l’amo non si vede. Carla guardava e protestava: “Non è giusto prendere
il pesce in questo modo!”, ma quando ha cominciato pescare anche lei, ha preso
subito un pesce proprio cosi. Io ho di nuovo perso un
bellissimo cucchiaino, perché in un momento Carla ha cominciato gridare che c’è
qualcosa di grande, io volevo essere il cavaliere, ho lasciato subito la mia
canna e sono andato aiutare Carla. Lei ha tirato
il sej più grande ed io ho perso il mio bellissimo cucchiaino! Ma, non fa
niente. E’ stato un evento indimenticabile. Tutto è stato documentato con il
filmato, che faceva Carla, ma anche lei entusiasta di quello che succedeva, ha
filmato con la camera girata per 90° (come il fotoreporter) e adesso chi vuole
vedere queste scene filmate, deve girare la testa per 90°.
E’ finita la festa, cioè la pesca (VIDEO 82). Tutto insieme abbiamo ca. 10 kg di pesce e dobbiamo interrompere proprio quando è più bello, ma non sappiamo dove mettere tutta sta pesce. La gente che abita qui, in due tre giorni come questo, riempie con il pesce un grande congelatore per tutto l’inverno. Gratis, senza problemi, ma con gran piacere. Noi purtroppo, nel nostro frigo abbiamo un freezer piccolino, che per la verità qui funziona veramente fantastico. Forse, perché fuori è freddo! Dentro, nel freezer, possiamo comprimere forse 2 kg di pesce, l’altro pesce nel frigo può durare al massimo due giorni, troppo pochi per mangiare 8 kg di pesce. Vuol dire che dobbiamo di nuovo trovare qualcuno a chi regalare il pesce.
Dopo questa bellissima pesca prendiamo la strada verso est per Skaidi e Olderfjord. Qui non prendiamo la strada E69 per il Nordkapp, ma la 889 in direzione Havøysund. Al inizio piove un po', ma strada facendo il tempo sta migliorando. Verso le 19.00 ci fermiamo su un piccolo parcheggio sopra il mare, subito dopo il paesino Seikopp e cominciamo scrivere le cartoline, che abbiamo comprato stamattina a Hammerfest. Tutto intorno noi silenzio, non c’è anima viva, ogni venti minuti passa qualche veicolo. Fuori soffia un vento freddo e ci facciamo un bel tè caldo. Aspettiamo che passi il tempo, oggi vogliamo vedere il sole di mezzanotte. Il cielo è seminuvoloso, ma volge al rasserenamento. Ed è vero, il sole si fa la strada fra le nuvole e le nostre speranze crescono sempre di più. Davanti a noi c’è il fiordo Revsbotn, che sole dovrebbe attraversare nel suo viaggio dall’ovest verso nord (!) e poi verso est. Capiamo che il sole si avvicinerà alla parte destra del golfo e là dovrebbe sparire dietro la montagna. Questo vuol dire, che anche se diventasse tutto sereno, da questo posto non lo vedremo più. Dobbiamo trovare un altro posto, con la vista panoramica, molto più larga (VIDEO 83).
Ci moviamo di nuovo verso nord. Durante il viaggio prendiamo l’acqua da un ruscello e verso le 22.00 arriviamo a Skavika, un piccolo paesino molto pittoresco, con tre quattro case, nel piccolo golfo. I pescherecci e il mare ancora illuminato con il sole, tutto molto bello. Parcheggiamo in una curva della strada, con una bellissima vista attraverso la finestra del nostro ristorante. La vista verso il mare è molto più larga di quella di prima. Qui speriamo di vedere il sole fino a mezzanotte (VIDEO 84). Carla ci prepara una finissima cena a base di pesce freschissimo, con un buon vino! Il paesaggio varia ogni momento, a causa di continuo cambiamento d’illuminazione che arriva da basso, dall’orizzonte. La vista cambia sempre, qualche momento c’è la nuvola, dopo arriva il sole, su una parte della baia cade la pioggia illuminata dal sole, i contorni delle isole e delle montagne cambiano continuamente i colori, con varie sfumature e intensità. Tanti arcobaleni, tante nuvole, cielo blu, sole. Bellissimo!
Alle 23.30 c’è ancora il sole come da noi in estate alle 19.00 e poi sparisce, dietro le nuvole. Alle 23.50 si presenta ancora una volta attraverso un buco fra le nuvole e poi sparisce (VIDEO 85). Alle 24.00 alziamo i bicchieri con lo champagne, per il nostro sole di mezzanotte, che in questo momento è dietro una nuvola. Ci spostiamo, dalla nostra curva, nel piccolo porto per passare la notte. Dopo una breve pioggia arriva di nuovo il sole. Dalla nostra casa guardiamo le anatre nel porto (VIDEO 86), che portano in spasso i loro piccoli e godiamo nei bellissimi giochi di colore, che sole esegue sull’orizzonte. I gabbiani dormono sulla piccola spiaggia, ma si muovono sempre, non hanno un sonno profondo, perché c’è sempre il giorno. Comincia essere freddo. Fino ad oggi non abbiamo ancora acceso la nostra stufa. All’una scappiamo a letto e subito sul nostro tetto comincia tambureggiare la pioggia!
27° giorno - 01.07.95 - sabato: Skavika - Havøysund - Ifjord – 339/7257
Ci alziamo tardi un’altra volta, ma ciò non ci disturba. Siamo completamente disinteressati dall’ora che si è fatta o dal doversi alzare. Sovente, viaggiando nel pomeriggio, ci siamo talmente estraniati dal tutto da ricordarci casualmente della cena constatando di essere già a notte inoltrata, alle 23.00. Qui c’è sempre la luce e non vi è quasi differenza fra il giorno e la notte. Facciamo sempre quello che in quel momento ci piace fare, senza guardare l’ora che si è fatta .
Quando ci alziamo fuori pioviggina,
una pioggia fine e fredda. Ormai le 11.50, ci dirigiamo verso Nord, per
Havøysund, dove arriviamo in un ora,
percorrendo una strada relativamente stretta, ma ricca di paesaggi molto
interessanti (VIDEO
87). Davanti ad Havøysund scorgiamo sulla strada, che in quel posto si
trova a ca. 10 m sopra il livello del mare, un mucchio di ricci marini,
naturalmente tutti schiacciati dalle auto. Più tardi, abbiamo realizzato, che
quei ricci vengono portati lì dai gabbiani durante la bassa marea, solo non
abbiamo indovinato se li buttano sul asfalto dall’alto per romperli o se li
portano soltanto sulla strada e lasciano la rottura degli stessi alle vetture.
Loro hanno risolto il problema. Non ne conosciamo la tecnologia, ma sicuramente
funziona. La strada è piena di gusci vuoti e i gabbiani sono probabilmente sazi.
Havøysund è un piccolo e simpatico paese di pescatori, e nello stesso tempo per noi, il punto più settentrionale del nostro viaggio. Si trova poco più a sud di Nordkapp, ma proprio di poco. Non piove, ma fa freddo. Andiamo alla posta e imbuchiamo le cartoline comprate nell’unico albergo. Verso le 16.00 partiamo verso Sud, definitivamente (VIDEO 88). Passiamo di nuovo vicino a Skavika e Olderfjord. Tra Havøysund e Olderfjord ci sono ca. 70 km e la densità del traffico su questo tratto della strada è stata la seguente: all’andata abbiamo incontrato 5 o 6 vetture ed un autobus. Adesso,nel ritorno, un autobus di più! In media un veicolo ogni 10 km!!! Durante l’inverno (dall’ottobre fino al marzo, nel 1993 fino alla fine del giugno) a Havøysund si può arrivare oppure uscire in vettura, solamente in un convoglio dietro un spartineve. E in ogni caso se nevica non si parte...(VIDEO 89).
Dopo Olderfjord, dove si stacca
la strada per Nordkapp, che da qui dista solo 100 km, ma al quale non
siamo interessati, arriviamo a Laskelv,
la punta più meridionale del profondo
Porsangerfjorden. Al parcheggio incontriamo tre coppie italiane di
camperisti
con i loro mezzi, proprio in arrivo dalla Finlandia in viaggio verso
Nordkapp. Gli facciamo omaggio di 4 grandi sej, con evidente loro grande gioia.
In cambio riceviamo tre grandi funghi, che loro hanno raccolto in Finlandia.
Dicono che quella terra ne sia piena e che se ne trovi sotto ogni betulla
(Carla è convinta che sia il porcinello). Dicono anche che la Finlandia sia
piena di zanzare, in una quantità tale da non resisterci.
Da Lakselv prendiamo la strada verso il Nord e poi verso l’Est. Esiste anche una strada che va verso Sud e porta in Finlandia, ma noi vogliamo dirigerci prima ad Est, fino al confine russo presso Kirkenes. Quindi partiamo verso l’Est e sull’altopiano lungo 60 km, che attraversiamo fra Borselv e Kunes e che si trova a 150 m sopra il mare, non troviamo neanche un albero. Deserto! Quando si arriva ad una certa altitudine, la vegetazione scompare! Sulla strada verso Ifjord ci fermiamo su un piazzale stradale panoramico sopra la costa, vicino il paese di Landersfjord (nel golfo di Laksenfjorden) e Carla prepara per cena il risotto di funghi con due grandi sej fritti. Da leccarsi le dita! Prima di cena scendo fino al mare e lancio il cucchiaino una decina di volte, ma nessuna scossa! Un po’ strano! Verso le 23.00 arriviamo a Ifjord e nel golfo, vicino alla strada, troviamo un posto per pernottare. Oggi, dal Olderfjord ci ha accompagnato sempre un bel tempo e sembra che domani lo sarà altrettanto. La notte è silenziosa e quieta, piacevole per dormire.
28° giorno - 02.07.95 - domenica: Ifjord - Tana bru – 221/7478 km
Ci svegliamo verso le 7.00 con il sole e un cielo sereno, ci riaddormentiamo e quando ci svegliamo la seconda volta verso le 9.30, il cielo è completamente coperto dalle nuvole, anzi comincia a piovere. Partiamo alle 11.15 con il sole e qualche nuvola! Durante il viaggio ci fermiamo ad un ruscello, che scende dalla montagna e riempiamo tutti i serbatoi con dell’acqua, buona e fresca. Verso le 12.30 arriviamo sul fiume Tana, nel paese di Rustefjelbma. Telefoniamo a casa (da un telefono pubblico) e parliamo con nostro figlio Peter.
Dopo la telefonata svoltiamo in una stradina stretta, non asfaltata che porta a nord, verso la foce del fiume Tana, dove siamo intenzionati di pescare, ma poco dopo questa stradina stretta si trasforma in un largo sentiero per le capre, pieno di sassi. Solo dopo aver attraversato per ca. 500 m questo luogo impervio, riusciamo a girare il camper e ritornare al paese di Tana bru. Questa regione è conosciuta per la produzione dei gioielli d’argento e di bronzo, proprio quello che Carla sta cercando. Lei vorrebbe comprare dei ciondoli per Jasmin e Peter (i nostri figli), ma oggi è domenica e tutti i negozi sono chiusi. Domani alle 8.30!
Dopo pranzo, desiderando di andare
a pescare da qualche parte, prendiamo la strada verso
Varangerfjord (in direzione Kirkenes). Una
costa, apparentemente buona per la pesca, troviamo appena dopo 50 km (!), dopo
il paese Nyelva, sulla costa
meridionale del fiordo. Quando arriviamo al posto c’è la bassa marea e dal mare
ci divide una cintura di tre metri fatta di alghe e naturalmente di pescare
neanche a parlarne. Carla raccoglie altri 4 sassi (colorati) per la sua
collezione e a non ci resta altro che tornare sulla strada dove abbiamo lasciato
il camper. Invitiamo sul nostro camper due pensionati che abitano in una casetta
lì vicino, sono marito e moglie, e gustiamo insieme del formaggio e del vino
da noi offerti. E loro contraccambiano invitandoci a casa loro per il caffè con
i dolcetti. Gente simpatica. Lui (ci pare fosse capitano di una piccola nave di
pesca) ed il suo fratello risiedono vicino al mare, in due piccole case, una
vicino ad altra vivendo abbastanza isolati dal mondo. Alla distanza di 300 m
sorgono ancora tre case e dall’ultima ci sono 5 km fino alla più vicina, ed al
primo negozio 25 km ca. E che cosa si fa nell’ inverno, quando cade la neve e la
notte dura quasi tre mesi…? Sembra che abbiano organizzato un piccolo autobus,
che ogni tanto porta gli abitanti di tutte queste case, seminate qui e là, fino
al market (40 km) dove fanno abbondanti riserve di cibo e d’altro. Per fortuna
tutti hanno il telefono per un primo soccorso e la televisione contro la noia.
Hanno 2 grandi congelatori, che si trovano in una baracca di legno vicino alla
casa, dove conservano la carne e il pesce surgelato. Riempire i congelatori con
il pesce
durante l’estate qui non è un problema, presso Hammerfest abbiamo visto come si
fa. Ma se
durante l’inverno per una qualsiasi ragione (bufera di neve, vento o simile)
restano senza corrente, non c’è alcun problema per la roba congelata, la temperatura
esterna è intorno –30°C!
Ci hanno detto che alle 20.30 l’alta marea sarà al massimo (queste informazioni si possono leggere ogni giorno nei giornali ed anche per le diverse regioni della Norvegia) e quindi saranno le condizioni favorevoli per la pesca. Carla ed io tentiamo alle 20.30 la pesca. Io ci ho provato, ho buttato il cucchiaino una decina di volte, neanche una scossa, ma cosi all’aperto la sopravivenza era impossibile. Le zanzare come impazzite ci hanno preso di mira, con le braccia sempre a mo’ di ‘’tergicristallo’’ ho tentato di difendermi dagli attacchi, ma inutilmente. Non si poteva pescare, abbiamo dovuto ritirarci sulla strada e scappare velocemente nel camper. Ma anche per entrare nel camper abbiamo dovuto adottare una tattica speciale, essere pronti entrambi e: aprire la porta, entrare in un baleno e richiudere velocemente la porta alle nostre spalle dando subito la caccia a quelle due, tre zanzare, che erano riuscite ad introdursi nel camper. E’ da non credere quante ce ne erano!! E che cosa succederà in Finlandia? Molto oculatamente e per nostra fortuna prima di andare in pesca ci siamo bene coperti con l’Autan, cosi che siamo passati indenni attraverso le punture delle zanzare, che hanno ronzato pericolosamente e insopportabilmente intorno al naso e alle orecchie!
Salutiamo Ragnualdo e Anna-Lisa e ritorniamo verso Tana, dove arriviamo intorno le 23.00, con il sole. Parcheggiamo davanti all’ufficio turistico e alla mezzanotte filmiamo il famoso sole di "mezzanotte", che si affaccia dietro alle nuvole! Carla frigge per la cena l’ultimi due sej, decisamente ottimi. Carla è diventata un vero maestro nel cucinare il pesce! Ci sono rimasti ancora solo più i sej congelati nel congelatore e questo vuol dire per ancora due, al massimo tre cene. Ad Hammerfest pensavamo che avremmo avuto pesce in abbondanza, ma qui non è come sulle coste dell’Atlantico e cosi siamo rimasti senza pesce. Domani dobbiamo andare a pesca, per fare provviste con il pesce fresco (?) per la Finlandia.
29° giorno - 03.07.95 - lunedì: Tana bru - Kirkenes – 193/7671 km
Ci svegliamo ancora con il sole, prendiamo la piccola colazione e verso le 11.15, dopo aver comprato i ciondoli, partiamo per Kirkenes. Attraversiamo Gandvik, a Bugøyfjord usciamo dalla strada principale e andiamo fino al paese di Vaage. Qui troviamo un gruppo di Finlandesi (6-8), arrivati dalla Finlandia fin qui per pescare. Conoscono il territorio e dicono che è pescoso. Provo anche io, pesco, cioè lancio il cucchiaino per una mezza oretta, ma nessun segnale! Neanche i Finlandesi sono riusciti a prendere qualcosa. Sembra che questo Mare di Barents non si possa comparare con l’Atlantico, che abbiamo tastato due giorni fa, almeno non qui, alla fine di questo Varangerfjord.
Ripartiamo in direzione
Neiden,
attraversiamo un permafrost, segnato sulla mappa come una riserva naturale,
dove, su un parcheggio e con un splendido sole, Carla prepara una buonissima
spaghettata con sugo di pomodori e olive! Io tento di scendere dalla strada sul
terreno che si trova a 6-7 m sotto la strada. Ma tutto questo terreno è solo una
grande palude e sono subito attaccato dalle zanzare.
Scappo più veloce che posso
al parcheggio e sul camper. Dalla strada non si nota che si tratta di un terreno
paludoso, si vedono solo qua e là piccoli laghetti. Il giorno successivo ci
informano a Neiden, che permafrost è
in effetti un enorme blocco di ghiaccio permanente, che si scioglie durante
l’estate un po’ sulla superficie, al massimo fino a 2-3 m di profondità, ma dopo
l’estate tutto gela di nuovo. La superficie di questo permafrost relativamente
grande è di ca. 10x12 km, cioè 120 km²!!
Secondo un programma norvegese, nel permafrost delle isole Spitzberg dovrebbero essere immagazzinate ca. 3 milioni di semi (chicchi) di tutti i cereali. Questi semi dovrebbero essere conservati con quelle temperature e, secondo i scienziati, coltivabili dopo cento, o forse anche dopo migliaia di anni. In vicinanze della città di Longyearbyen, sarà costruito nel muro di ghiaccio uno spazio speciale, con soffitto a volta. I scienziati spiegano, che nel caso di una catastrofe globale, avremo un tipo di arca di Noe per i semi di cereali.
Dopo pranzo ripartiamo e ci fermiamo vicino alle bellissime cascate di Skoltefossen, facciamo un paio di riprese con la camera e proseguiamo su Kirkenes. Ci fermiamo di nuovo presso Munknes, nel Neidenfjord, riproviamo a pescare ma senza risultato . Facciamo un po’ di alpinismo sulle rocce per trovare una posizione migliore, ma anche cosi nessun segnale all’amo. Riprendiamo la guida, passiamo vicino a Kirkenes e ci avviamo con la 888 in direzione Murmansk. Arriviamo sul confine russo, un paio km dopo Elevenes. Filmiamo il confine, le bandiere russe, e verso le 19.30 torniamo sulle Straumen nel Langfjorden, per cercare miglior fortuna con la pesca. Dopo poco tempo l’alta marea risale attraverso lo stretto, creando una vera e fortissima corrente fluviale. La riva è piena di pescatori, perché c’è un grosso passaparola per questo stretto. Tutti aspettavano questo momento, tutti incominciano a pescare, ma nessuno prende neanche un pesce! Lancio il cucchiaino, paziento per un’ora, mi congelo, ma niente…..! Vicino alla nostra posizione sostavano anche tre pescatori, con tanta esperienza e tanta attrezzatura per tutte le occasioni, tanti tipi di cucchiaini, sistemi di ami, ma ciononostante anche per loro ...niente!!
Alle 22.00 torniamo a Kirkenes e parcheggiamo sul bel parcheggio vicino al porto. Il tempo peggiora e cominciano ad avvicinarsi delle nuvole minacciose. Vado sul molo, provo a pescare e finalmente prendo due piccoli sej. Uno lo ributto subito in mare, perché veramente piccolo e l’altro lo porto a Carla, per friggerlo in mancanza d’altro. Il suo commento: “Ma che cosa devo fare con questo pesciolino?”. Incredibile come si prendono in fretta i vizi, dopo le favolose pescate di Hammerfest. Per cena mangiamo i resti della spaghettata, i wurstel e le uova. E il pesce lo hanno mangiato i gabbiani. Nella notte una forte pioggia tamburella di nuovo sul nostro tetto.
In Norvegia non c’e’ stato un giorno senza pioggia. Dei 19 giorni in Norvegia abbiamo avuto al massimo 4 o 5 giorni con un po’ di sole, ma pioggia ogni giorno. Ma lo stesso, la Norvegia è indimenticabile.
30° giorno - 04.07.95 - martedì: Kirkenes (N) - Inari (SF) – 217/7888 km
Il mattino è nuvoloso, cade una pioggia fine, e fa freddo. Siamo arrivati molto lontano a nord, solo 150 km da Murmansk in Russia. Dopo il tè, andiamo in città per comprare il cibo e le cartoline, per scrivere agli amici. Al mercato compriamo per 80.- NOK (24.000.- Lit) un salmone fresco e bellissimo, di 1,5 kg. Già pulito, ma con la testa. Alle 12 partiamo finalmente con la E6 verso il sud.
Vicino a
Neiden giriamo a sinistra sulla 893,
dopo ca. 10 km attraversiamo il confine norvegese ed entriamo in Finlandia, dove
la 883 si trasforma in 971. Al
confine non c’è anima viva. Se non fosse per le bandiere e i pannelli, non si
saprebbe che stiamo attraversando il confine. Vicino alla strada vediamo la
casetta della dogana, ma nessun essere vivente. Dopo 2 km arriviamo al controllo
passaporti. Così è almeno scritto. In lontananza una casa a 20 m dalla strada,
ma sulla strada nessuno e dalla casa non arriva segnale di vita. Il semaforo
verde è acceso e noi proseguiamo. La stessa situazione l’abbiamo già vissuta
l’anno scorso sul confine tedesco-francese, solo che la Norvegia non è
nell’Unione Europea, mentre la Finlandia si.
Subito dopo il confine c’è un supermercato con la pompa per il carburante. Piccolo paesino Näätäma, c'è solo un supermercato, due palazzine ed è tutto. Ma il business funziona. Tutto è il ca. 20% più a buon mercato che in Norvegia. I clienti sono Norvegesi, pagano in NOK. E io ho fatto rifornimento in Norvegia, perché a Neiden un finlandese cretino mi ha detto, che la nafta non l’avrei trovata prima di Inari, cioè “appena” 200 km dopo!
Il paesaggio in Finlandia cambia di colpo: spariscono le montagne, all’inizio compare un bosco di pini molto bassi, più tardi si vedono le betulle e i pini un po’ più alti. Poi improvvisamente si presentano i prati di pietre. Grandi pietre di colore grigio, di diametro 60-80 cm, sembrano stivate da una mano una vicino all’altra. Senza un filo di vegetazione, coprono le superfici fra la strada e i laghi, di dimensioni di 100 x 50 m!! Incontriamo molti di questi prati di pietre, ma dopo 30-40 km si cambia e il terreno diventa sabbioso con le dune. E dappertutto, ci sono laghi uno vicino al altro e tanti, tanti boschi, che nessuno cura, con tanti alberi sfasciati, già semisecchi, ovunque la natura selvaggia regna, non disturbata, eccezione fatta per la nostra strada che passa attraverso questa straordinaria bellezza selvaggia.
Sparse qua e là qualche casa o solo un paio di case. Sulla strada principale davanti l’inizio delle stradine o dei sentieri che portano fino alla casa o al gruppo di case, che possono essere anche abbastanza lontane dalla strada, sono collocate le cassette postali con il tetto, aperte anteriormente e con una rete di sotto, dove il postino sembra lasci la posta. Può darsi che si occupi anche di raccoglierla, poiché sulla cassetta c’è una piccola paletta, che può essere in posizione alzata o abbassata, come un segnale per il postino che c’è o non c’è posta da raccogliere. Sulla strada abbiamo incontrato e filmato tante renne, che vagabondano per la strada o per il bosco, senza scappare e che non temono l’automobile.
Dopo ca. una quarantina
di chilometri dal confine ci fermiamo sulla riva di un lago e per il pranzo
Carla cucina metà del salmone, comprato a
Kirkenes. E’ molto buono, ma a me sono piaciuti di più i nostri sej.
Io provo di nascosto (senza permesso di pesca) a lanciare il piccolo cucchiaino
nel lago, ma nessuna scossa all’amo. Probabilmente (come mi aspettavo!) qui con
il cucchiaino non c’è possibilità. Oppure sarebbe meglio avere un po’ di più di
pazienza e sicuramente essere meno corteggiati dalle zanzare! Dopo pranzo
proseguiamo sempre avanti verso il sud e in breve tempo comincia a
rasserenarsi. Dopo ca. 20 km abbiamo il sole ed il cielo sereno. Quando ci
fermiamo avviene un miracolo: non siamo attaccati più dalle zanzare,
nonostante qualcuna sia volata vicino all’orecchio. Passiamo vicino all’enorme
lago Inarijärvi, il secondo lago
finlandese per grandezza e finalmente a sud di paese Kaamanen sbuchiamo sulla
strada principale E75(4), che parte da Laksev
(N) per Rovaniemi e il golfo di
Botnia.
Verso le 18.30, all’entrata in Inari, parcheggiamo presso il museo Sami e qui veniamo attaccati dalle zanzare. Vogliamo entrare nel museo, che si trova all’aperto, nel bosco. Già davanti al finestrino della cassa troviamo accesa lo zampirone, cosi le malefiche non possono “visitare” il cassiere, quando apre il finestrino. Io, alla cassa provo a difendermi dalle zanzare, ruoto per tutto il tempo le mani intorno alla testa e alla fine scappo nel camper. Rinuncio al museo, il bosco è sicuramente pieno di zanzare. Più tardi giriamo un po’ per il centro e alla fine parcheggiamo vicino al lago. Il tempo purtroppo peggiora ancora e il nostro desiderio di vedere il sole di mezzanotte non si realizza. Per cena Carla prepara il brodo con la testa e il resto del salmone. Eccellente! Il brodo di pesce non mi è mai piaciuto, ma questo, di questo pesce, è gustoso come i migliori brodi da carne. Da leccarsi le dita!
Prima di dormire controlliamo tutto il camper, per vedere se c’è qualche zanzara introdottasi clandestinamente. Nei chioschi abbiamo visto che vendono dei poster con la scritta “Finland air force” e sotto la scritta un disegno di una grande zanzara con la nota: “Pericoloso solo per gli stranieri”!
Alle 24.00 si va a dormire.
31° giorno - 05.07.95 - mercoledì: Inari (SF) - Kittilä (SF) – 313/8201 km
In mattinata molto vento, nuvoloso, ma secco. Dopo la colazione Carla tuttavia va a vedere il museo dei Sami. Molto coraggiosa! Non potrebbero portarmi là neanche con il trattore! Forse d’inverno, quando probabilmente non ci sono le zanzare. Carla ha filmato il museo, cosi che anch’io possa vedere qualcosa. E' tornata soddisfatta, perché ha visto, come una volta vivevano gli uomini-cacciatori. Io scrivo il diario di bordo, giro fra i chioschi ed i markets dei souvenirs, che si trovano intorno al parcheggio. Partiamo appena alle 12.30, sempre con la E 75, con una leggera pioggia, che ci accompagna fino a Kittilä. Un po’ forte, un po’ leggero, ma piove tutto il giorno. Subito prima di Ivalo ci fermiamo sul parcheggio (+) vicino al lago Inarijärvi. Carla prepara un buonissimo pranzo con il salmone. Purtroppo non si pesca perché diluvia. Entriamo a Ivalo (con una pioggia fortissima) e Carla va al market per comprare il cibo.
La strada che da Ivalo
parte a Sodankylä è nuova, bella e
larga. Il paesaggio è bello, ma un po’ monotono. Ci fermiamo su un punto di
vendita dei souvenirs, in una tenda fatta alla wigwam indiano e compriamo due
pelle di renna. In un altro posto ci fermiamo di nuovo e in dieci minuti
raccogliamo 2-3 kg di funghi, probabilmente porcinelli, ma non siamo molto
sicuri se sono commestibili. A 15 km da Sodankylä finisce la strada bella e
comincia per ca. 10-15 km una strada in costruzione. Il nostro povero camper
viene sbatacchiato sopra i buchi di questa strada rovinata, bagnata e fangosa,
con una colonna di macchine, che si muove stop and go! Si può andare al massimo
a 40-50 km/ora. A Sodankylä Carla va chiedere in un ospedale e anche in un
campeggio, se i funghi che abbiamo raccolto siano commestibili, ma nessuno ci sa
dare una risposta. Sembra che in Finlandia nessuno mangi i funghi. Peccato,
perché ce ne sono dappertutto. Forse che dopo il Cernobil abbiano paura di
mangiarle?
Verso le 19.00 partiamo da Sodankylä e giriamo sulla strada laterale 80, relativamente stretta, ma ottima e senza traffico. In realtà giriamo verso la Svezia, nonostante ciò non sia nel nostro programma di viaggio. Avremmo dovuto scendere in Finlandia, fino a Helsinki e dopo con il traghetto andare in Svezia. Ma le zanzare finlandesi hanno sconvolto il nostro programma e adesso scappiamo dalla Finlandia. Ieri a Inari abbiamo visto delle persone in giro che indossavano un cappello tropicale, dal quale scendeva un velo intorno alla testa. Contro le zanzare! Come apicoltori o quelli nella giungla!
Il paesaggio è sempre monotono, pioviggina. La strada è buona, guido a 100 km/ora e arriviamo in breve tempo a Kittilä. Durante il viaggio chiediamo ad una donna, abitante del bosco, ragguagli sui nostri funghi, ma sembrava vedesse i funghi per la prima volta!! A Kittilä parcheggiamo nello spazioso e molto bello, ma vuoto, parcheggio davanti la chiesa, dove era parcheggiato un camper di Karlsruhe. Il tedesco (che era nel camper) dice di conoscere molto bene i funghi (possiamo credergli?) e che quello è un boleto giallo commestibile. Carla è convinta che sono porcinelli e anche io ricordo (da Austria) che i boleti un po’ diversi da questi nostri. Alla fine prendiamo una decisione fatale: Carla ha ragione, i funghi sono commestibili! Così Carla prepara un risotto e divoriamo tutto! Vado a letto con la speranza che non dovrei alzarmi durante la notte, per via di una ’’sciolta’’ o di un vomito di punizione.
Passiamo una notte buona e silenziosa!
32° giorno - 06.07.95 - giovedì: Kittilä (SF) - Laxforsen (S) – 303/8504 km
Ci
svegliamo, ciò
significa che siamo vivi!! Non è successo niente, i funghi erano OK! Ci sveglia
il sole, finalmente il tempo migliora, almeno cosi sembra. Partiamo alle 10.00
in direzione Kolari. Iniziamo con 3
km verso il nord, con la 79, e poi giriamo a sinistra sulla 939. Una strada
completamente nuova,tanto da non essere ancora segnata nella nostra mappa
dettagliata. Strada molto bella immersa in un bel paesaggio. Passiamo vicino a
Ylläsjärvi, un centro sciistico. La
collina si trova ad una altezza di 757 sopra il livello del mare, si vede molto
bene dalla strada, la metà superiore e senza bosco e già da lontano si vedono le
piste da sci (adesso senza neve).
Entriamo in un bosco di pini e finiamo in un terreno pieno di funghi, questa volta più belli ed anche più grandi dei precedenti. Carla in soli tre minuti ne raccoglie un sacco grande pieno, ce ne saranno almeno 3 kg. Ci sono dei porcinelli, ma anche di un'altra specie, di un bellissimo marrone, molto grandi. Carla raccoglie tutto, senza essere sicura che sono commestibili. Chiediamo nelle case, anche in una farmacia a Kolari, ma dei funghi nessuno ne sa niente e sembra veramente che qui nessuno li mangi. Alla fine, più tardi, decidiamo a malincuore di buttarli tutti, troppo rischioso!
Presso
Illäsjokisuu sbucchiamo sulla E8 (21),
dopo 1,5 km giriamo a destra sulla 943 e arriviamo a
Kolari. Subito dopo Kolari giriamo di
nuovo a destra sulla 403, attraversiamo il ponte ed entriamo in Svezia. Di
nuovo, sul confine non c’e anima viva. So non fosse per i tabelloni con le
informazioni, non sapremmo di essere ad un confine.
Proseguiamo per le strade svedesi, che qui non sono cosi buone come quelle finlandesi, dalle quali siamo rimasti molto piacevolmente sorpresi e che meritano il massimo dei voti. Passiamo il paese di Pajala, dove sbuchiamo sulla 99 e dopo 6 km giriamo a sinistra sulla 395 e proseguiamo presso il fiume Tormeälven. Parcheggiamo proprio vicino al fiume. Carla prepara il pranzo e io provo a fare quei 10 m che ci separano dall’acqua, per vedere come è, ma devo scappare dalle zanzare insopportabili. Il fiume spettacolare, si può ammirare attraverso le finestre del camper, anche aperte, ma con la zanzariera tirata. Il pranzo di Carla era come all’ Hilton: risotto di funghi (le rimanenze di ieri, ma buonissime), il salmone fritto con l’insalata e per concludere le Crêpes Suzette con la gelatina di sambuco, ripiene con i mirtilli. Per i dei dell’Olimpo!!!
La pesca è vietata, bisogna
procurarsi un permesso speciale, che è abbastanza costoso, cioè lo diventa se
non si cattura niente. Tutto questo sarebbe anche accettabile, ma come pescare
con tutte quelle zanzare intorno!!? Ci aspetta in Svezia lo stesso infame
destino della Finlandia? Ci hanno detto, che in fondo non è neanche cosi
tremendo, basta non uscire dalla macchina!?! Più tardi vediamo su un parcheggio,
vicino il fiume, due persone che stavano consumando il loro pasto seduti intorno
ad un tavolo di legno. Una scena normale. Ma calato sulla testa hanno il
capello tropicale con il lungo velo tutto intorno al capo!! Come Lawrence
d’Arabia! Da diventare matto!!
Dopo il pranzo proseguiamo per la
località di Vittangi. Di nuovo
incappiamo in una strada in rifacimento con ca. 10 km di strada impervia, molto
brutta e rovinosa, ad una velocità massima di 50 km/ora. A Vittangi arriviamo
con bel tempo. Durante il viaggio, nei boschi incontriamo tante renne, che
sembrano preferire camminare sulla strada, perché probabilmente i boschi sono
paludosi. Non hanno nessuna paura delle macchine di passaggio. Un paio di volte
mi fermo, esco e provo ad avvicinare qualche renna, ma quella scappa. Gli
autisti le rispettano molto e quando vedono che ce n’e’ una sulla strada o anche
solo nelle vicinanze della strada, rallentano e proseguono quasi a passo
d’uomo. A Vittangi vicino un fiume beviamo del café (non notiamo più la presenza
delle zanzare!!) e decidiamo di proseguire
per la città Kiruna. Presso località
di Svappavaaru sbuchiamo sulla E10.
Durante il viaggio Carla raccoglie un mazzo di molto belli fiori bianchi
(verbasco, tassobarbasso), che sembrano i fiori del cottone. Dopo Svappavaaru,
per cambiare, arriva la pioggia, che ci accompagna fino a
Jukkasjärvi. Questo paese è in realtà un
insediamento di lapponi, ma di lappone qui non si vede niente. Belle case,
bellissime ville, davanti alle case parcheggiati enormi trattori o macchinari
edilizi, un albergo, una ventina di grandi gommoni per il rafting, automobili,
pedoni non se ne vedono!!
Non troviamo per niente attraente il parcheggio, torniamo indietro (4-5 km) in direzione della strada principale e parcheggiamo alle 19.30 vicino al ponte Laxforsen che attraversa il fiumicino Torneälven, fra i laghi Oinakkajärvi e Sautusjärvi. Un piccolo parcheggio, molto simpatico, sulla costa del fiume e del lago, fra i pini, con una bellissima vista sull’acqua. Subito dopo il nostro arrivo, smette di piovere e alle 21.30 è completamente sereno. Sulla costa del fiume ci sono 6-7 pescatori, che cominciano a pescare subito dopo il nostro arrivo. Pescano fino a dopo la mezzanotte, ma senza alcun risultato! E dire che avevano in dotazione la migliore attrezzatura da pesca con svariati tipi di esca...!
Alle 24.00 finalmente godiamo dello spettacolo del sole di mezzanotte nel pieno del suo splendore e lo salutiamo con dello champagne. All’una siamo a letto. La notte è quieta e silenziosa.
33°giorno - 07.07.95 - venerdì: Laxforsen (S) - Storforsen (S) – 368/8872 km
Di mattina ci svegliamo con il
sole. Facciamo la colazione e andiamo a Kiruna.
La grande miniera di ferro (vedi 16°
giorno!), più grande sotterranea (dal 1960)
del mondo. Nelle gallerie larghe sotto terra esiste un'altra Kiruna con uffici,
bar, musei, con 500 km di gallerie, che arrivano a 300 metri sotto il livello
del mare. La città stessa un po’ monotona, forse anche non
bella, non ci lascia impressioni. Il palazzo del municipio, indicato nella
guida come meritevole di una visita, ha una torre molto interessante, in
struttura artistica di ferro, ci offre per il mezzogiorno con le sue campane un
concerto, piccolo ma molto coinvolgente. Visitiamo anche una chiesa, molto
bella. La costruzione della chiesa è piuttosto interessante, coperta sul tetto e
sui muri laterali esterni solo da placche di legno, colorate di rosso, cosi che da
lontano sembra coperta dai mattoni. Sull’ altare regna un grande quadro
artistico, rappresentante la natura con il sole, senza le figure di Dio e dei
santi, senza oro e argento. Una chiesa semplice e modesta, ma molto
fine, bella e con tanto gusto! Complimenti!
Carla cerca di nuovo dei regali in argento, ma qui sono molto cari, non paragonabili a quelli a Tana in Finlandia.
Solo alle 13.00 partiamo
con la E10 e con il sole, da Kiruna e attraverso
Svappavaara arriviamo a
Skaulo, dove ci fermiamo vicino ad
un
lago e pranziamo. Carla prepara una buonissima spaghettata alla bolognese,
bomba! Attraversiamo Gällivare, dove
giriamo sulla 45. Ci fermiamo ancora due volte per acquistare le pelli di renna,
ma anche queste hanno un prezzo doppio di quelle che abbiamo visto in Finlandia.
Dei Lapponi e del loro stile di vita non abbiamo purtroppo visto niente e Carla
si aspettava proprio qui di vedere qualcosa. Davanti a
Porjus arriviamo di nuovo sul
rifacimento della strada e di nuovo dobbiamo inghiottire 20 km di brutta strada,
quasi sterrata. Da Porjus ci accompagna anche la
pioggia. In un anfratto, Carla
scopre e compra da un ambulante una trotta affumicata. Dopo attraversiamo
Jokkmokk e
Kåbdalis. Presso Jokkmokk
riattraversiamo il circolo polare, questa volta nel ritorno. Il passaggio si
allunga sulla costa di un lago, vicino ad un bosco e senza la neve ed il deserto
che abbiamo trovato all’ andata. Dopo Kåbdalis giriamo a sinistra sulla 374 e
dopo ca. 40 km arriviamo alle cascate Storforsen.
Sulle cascate di Storforsen (1)
arriviamo verso le 17.20, la pioggia per nostra fortuna è cessata. Possiamo in
tranquillità girare queste cascate, che sono a metà cascate e a metà una grande
rapida. La lunghezza totale è di ca. 500 m con una discesa totale di ca. 50 m.
Non filmiamo, perché è nuvoloso, decidiamo di farlo domani, sperando che domani
ci sia il sole, ma l’impressione è eccezionale. Queste enormi quantità d’acqua,
che corrono (non cadono!) in basso, danno una sensazione di un’enorme potenza,
soprannaturale. L’uomo rimane affascinato guardando questa bellezza della
natura.
Dopo le cascate andiamo a Vidsel, con
la speranza di trovare in qualche posto dell’acqua, perché i nostri serbatoi
sono completamente vuoti. Qui purtroppo non essendoci le montagne, non si sono
ruscelli di montagna con l’acqua pulita e potabile, come in Norvegia, dove
abbiamo preso l’acqua l’ultima volta, ma ancora prima di Tana, cioè sono passati
già 5 giorni. Tra ieri e oggi abbiamo cercato per tutto il tempo durante il
viaggio una fontana pubblica o qualcosa di simile, per rifornirci di acqua, ma
non se ne trova traccia. E nel Vidsel tutto è chiuso e deserto. Siamo costretti
a tornare verso le cascate ed entrare nel campeggio. Dovevamo anche fare
finalmente una bella doccia e lavarci bene i capelli. Il campeggio è molto
bello, il prezzo totale 75 SKr (15 DM) e nel prezzo e incluso: l’acqua, la
doccia, la corrente (della quale non abbiamo bisogno, perché abbiamo le cellule
solari), una cucina a disposizione (che noi abbiamo), la lavanderia con le
attrezzature per il lavaggio, l’asciugatura e la stiratura della biancheria.
Solo, che purtroppo, Carla è rimasta senza detersivo e domani andremo a comprarlo.
Si può parcheggiare dove si vuole, sempre sul bellissimo prato verde. Troviamo un posto con una favolosa vista sulle cascate, lontane ca. 500 m, sul fiume e sul piccolo laghetto. Consumiamo un’ ottima cena, Carla ha la sua trota affumicata, io la pasta e i wurstels. Dopo la cena arriva la doccia e il lavaggio, riempiamo anche tutti i serbatoi con l’acqua e verso le 23.00 siamo già nei nostri letti. Bellissima silenziosa notte, solo da lontano si sentiva il leggero rumore, dalla fortunatamente distante cascata!
34° giorno - 08.07.95 - sabato: Storforsen (S) - Bjuröklubb (S) – 257/9129 km
Di nuovo ci svegliamo con un
mattino pieno di sole. Carla controlla in tutti gli armadi e finalmente trova il
detersivo, ma solo quello per il lavaggio a mano, che è anche normale per un
camper. La biancheria subito finisce in ammollo e noi prepariamo la colazione.
Dopo la colazione ci dirigiamo, a piedi attraverso il bosco, verso le cascate.
Oggi le cascate sono illuminate dal sole e riusciamo a filmare almeno 20 minuti
di pellicola. Bellissimo, meraviglioso, bisogna vedere. Indimenticabile!
Torniamo in campeggio, per pranzo pasta e fagioli (molto buono e gustoso). Dopo
il pranzo Carla lava e asciuga la biancheria. Con le
macchine va molto veloce!
Alle 15.45 partiamo per vedere
Fällforsen, le altre cascate, anche
molto belle, ma non riuscendo a trovare le strada di accesso rinunciamo
all’impresa. Attraversiamo Ålvsbyn e
proseguiamo, sempre con 374, per la località di
Piteå, dove sbuchiamo sulla E4 e al Golfo di Botnia, con il tempo
sempre molto bello. Qui giriamo dritto verso sud. Un paio di volte tentiamo un
approccio alla riva del mare per una eventuale pesca, ma la strada principale è
relativamente lontana dal mare e le strade che portano fino al mare sono molto
strette, spesso non asfaltate e finiscono davanti alle case, che hanno
privatizzato la costa. E parcheggiare davanti un finestra di qualcuno non è
molto simpatico! Ci fermiamo a Byske,
parcheggiamo vicino ad una spiaggia, sul parcheggio davanti ad un campeggio
completamente riempito dalle roulotte, che sembrano le sardine nella conserva.
Alcune roulotte stanno in fila davanti l’entrata e aspettano, che si liberi
qualche posto, per entrare nel campeggio. Alle 19.00, con un vento abbastanza
freddo, i bambini corrono sull’erba in costumi da bagno, scendono dagli scivoli
nell’acqua, entrano nel mare fino alle ginocchia e si spruzzano con l’acqua. Gli
adulti stanno vestiti, uno in pullover, l’altro nella maglietta con maniche
corte. Secondo il proprio gusto!
Andiamo avanti. Nel paese di
Skellefteå ci raggiunge di nuovo la
pioggia. Proseguiamo fino al paese Bureå,
dove cerchiamo il parcheggio vicino al mare, ma di nuovo senza successo.
Scendiamo dalla E4 i partiamo per le piccole strade laterali in direzione del
Burvik, sperando che sia situato sulla
costa marina. Almeno cosi sembrava sulla nostra carta. Pensavamo di trovare un piccolo
paese di pescatori, come ce ne sono a migliaia in Norvegia. Niente da fare! Burvik è lontano un chilometro dal mare! Attraversando un bosco troviamo ad un
tratto sulla strada davanti a noi una grandissima femmina di alce, che si
impaurisce e scappa nel bosco, cosi che purtroppo non riusciamo a filmare. Ma
era già abbastanza buio.
Finalmente attraverso i paesi
Risböle e
Bjurön arriviamo sulla punta
Bjuröklubb, piccolo Parco nazionale,
dove finisce anche la strada. Parcheggiamo, su un piccolo piazzale alla fine
della strada, dove troviamo già parcheggiato un camper di
Amburgo. Godiamo di
una bellissima vista panoramica sul mare. Carla prepara una buona spaghettata e
la piccola Nora (di Amburgo) di tre anni ci fa compagnia per smantellarla.
Accompagniamo la cena con una buona fresca birra! Quando finalmente smette di
piovere, Carla ed io ci avviamo, già nella notte intorno le 23.00, attraverso il
bosco di pini, verso la cima della collina, in direzione del faro. Lontano,
molto lontano al nord, sull’orizzonte sotto le nuvole, si vede la lunga, stretta,
illuminata linea. In realtà è il cielo soleggiato e colorato con i bellissimi
colori: da giallo dorato fino a chiaro rosa, con piccole nuvolette illuminate
dal sole! Bellissimo, specialmente quando sono già le 23.30!! Il sole non si
vede, siamo sotto il circolo polare. Da noi a Bjuröklubb è abbastanza buio, anzi
scuro. Ma, vediamo che al nord è giorno!!
Alle 24.00, dopo tre settimane piene, riesco prendere alla radio il giornale della RAI. Che delusione! Poche notizie e per una metà del giornale gli attacchi di D’Alema e Prodi a Berlusconi. I nostri politici non sanno d’altro! Mi aspettavo qualche notizia più interessante! Ma le proposte concrete per i miglioramenti della vita, dell’industria ecc., che si potrebbero discutere, sembra che non le sappiano fare. Niente! Sanno solo buttare il fango uno sull’altro! Che disastro!
Alle 0.30 finalmente spegniamo le luci!
35° giorno - 09.07.95 - domenica: Bjüroklubb (S) - Köpmanholmen (S) – 288/9417 km
Stamattina c’è il sole,
ma con abbastanza vento. Il golfo e pieno di onde con le creste bianche. Dopo la
colazione mettiamo le canne nello zaino e ci avviamo sopra la collina,
attraverso il bosco, dall’altra parte della penisola. Il viaggio breve, con il
sole, e arriviamo al mare aperto verso la Finlandia. La costa è fatta di rocce
molto lisce e piena di grandi sassi, arrotondati. Delle alghe non c’è alcuna
traccia. In Norvegia tutta la costa era coperta da una fascia di alghe larga
fino a tre metri, che durante la bassa marea usciva fuori dall’acqua e per
arrivare fino al mare stesso bisognava prima passare sopra questa fascia
bagnata, scivolosa e sprofondante. Qui invece non c’è un’alga. Ma neanche
traccia di un pesce. Lancio il cucchiaino per oltre un’ ora, cambio le
posizioni, ma non ho sento alcuna scossa. Sembra la vasca da bagno..., vuoto.
Tornando indietro, facciamo un giro intorno alla penisola andando più vicino possibile al mare, arrampicandosi sulle rocce e finalmente arriviamo al nostro camper. Un bel giro misto tra l’alpinismo e i salti da sasso a sasso, che sono molto grandi, spesso distanti uno da l’altro e non si può sopra “camminare”. Carla durante questa “passeggiata” non poteva mancare alla sua passione di raccogliere i sassi, di basalto e di colore rosa, e ne ha raccolti due. Carla li chiama “stones”, ognuno di quasi tre chili, par la sua collezione di San Maurizio. Naturalmente dovevano essere portati durante tutta questa gita e, portandoli nella mano, anche saltare da sasso a sasso. Poteva rivelarsi molto pericoloso! Ma, tutto insieme è stata una bella e piacevole gita!
Finalmente alle 14.00 ripartiamo,
con la strada più breve usciamo sulla E4 e ci avviamo verso sud. Ci fermiamo
vicino ad un lago, dove per pranzo beviamo solo un café con dei dolci e ci
divertiamo a nutrire i gabbiani, che qui hanno una testa nera. Attraversiamo
Ånäset,
Umeå, Nordmaling,
Örnsköldsvik e nel paese
Bjästa giriamo a sinistra, abbandoniamo
E5 e alle 19.00 arriviamo a Köpmanholmen.
Un piccolo e bellissimo golfo, con un grande parcheggio per i turisti, che da
qui s’imbarcano per le isole. Per fortuna partono solo le persone, che qui
lasciano le automobili per lungo tempo, cosi che non c’e ne traffico ne baccano.
Scongeliamo 4 sej e Carla prepara una buonissima cena. Non c’è l’insalata verde, ma una buonissima insalata di fagioli. Anche qui provo un paio di volte prendere qualcosa dal molo, ma senza successo. Dove sono finiti quei bei tempi della Norvegia, quando non sapevamo che cosa fare con tanto pesce.
Decidiamo di non andare da Stoccolma verso sud, ma di attraversare la Svezia da Stoccolma verso l’ovest in direzione Norvegia, arrivare a sud di Oslo e provare di prendere qualche pesce da là. Questo Golfo di Botnia sembra sterile. Alle 23.00 siamo a letto.
36° giorno - 10.07.95 - lunedì: Köpmanholmen (S) - Alnön (S) – 188/9605 km
Di nuovo il sole. In
mattinata accompagniamo il traghetto con i passeggeri per le isole e alle 10.30
andiamo con il ca
mper al Parco nazionale di
Skuleskogens,
là indossiamo le nostre scarpe da montagna e partiamo in perlustrazione. Il
parco è lasciato alla natura e alle sue leggi. Non si tocca niente, tutto cresce
e tutto si rovescia o muore, per cause naturali. E quello che è rovesciato
rimane rovesciato. Esistono solamente dei sentieri per camminare e i ponti sopra
i ruscelli o sopra i terreni paludosi.
Andiamo fino alla gola Slattdalskrevan sulla cima di una collina, dobbiamo arrampicarci sulle
rocce per arrivare lassù. Il canyon è molto bello, lungo ca. 200 m,
profondo (alto) ca. 40 m e largo
7 m. Ai
piedi
di questa collina, ovunque piccoli e pittoreschi laghetti. Dalla cima della
collina, sopra il canyon, si apre una bellissima vista sul Parco, sui laghi,
sulla costa marina e su un arcipelago delle isole. Qui sulla vetta di una roccia
pranziamo. Il diavolo non ci da pace e proviamo a rientrare da un altro
sentiero, che in realtà non esiste e scendiamo per un canyon ripidissimo da
rompicollo in una vera giungla vergine, senza strade e senza sentieri. Dopo un
po’ di vagabondare per il bosco troviamo finalmente una via di uscita e alle
18.00 arriviamo al nostro camper. Sorbiamo con massimo gusto il nostro buon
caffè, dopodiché proseguiamo con la E4 la nostra strada verso
sud.
A Lunde, subito dopo aver attraversato il ponte sopra il fiordo Ågermanälven, scendiamo fino al mare, dove su un molo abbandonato tento la fortuna con la pesca. Di nuovo vuoto! Anche Carla tenta, butta due, tre volte il cucchiaino, aggancia il fondale e rimane senza l’attrezzo. Il danno e la delusione. Proseguiamo via Härnösand e arriviamo davanti alla città di Sundsvall (grande centro industriale in Svezia) e qui svoltiamo sul ponte che ci porta sulla isola di Alnön. Subito sotto il ponte, troviamo un porticciolo sportivo e qui parcheggiamo. Per cena il brodo di fagiolini verdi e dell’affettato, accompagnato da una bella birra fresca. Prima della cena ho provato a pescare, ma neanche per sogno.
La notte passa in una beata tranquillità.
_______________
NB:Pochi anni dopo questo nostro viaggio è stata costruita la nuova E4, un po’ più a sud. La vecchia strada che passa il ponte vicino al Lunde è diventata strada 332. Tutto visibile sulla mappa.
37° giorno - 11.07.95 - martedì: Alnön (S) - Stockholm (S) – 453/10058 km
Di nuovo un altro soleggiato e caldo mattino. L’inverno estivo sembra che lo
abbiamo lasciato a Kiruna. Alle 10.30 partiamo da
Alvik sulla E4 e via
Sundvall,
Hudiksvall e
Söderhamn arriviamo intorno le 14.00 a
Norrsundet. La strada è buona, ma con
molto traffico. I paesaggi sono belli, ma ideali solamente per le cartoline
postali, tutti uguali. Le valli molto belle, con ameni paesini con il campanile
della chiesa e i prati verdi. Dopo un certo tempo diventa noioso. Qui non è come
in Norvegia, dove dopo ogni punta si trova un quadro nuovo, un fiordo nuovo,
diverso, un lago o una cascata diversa e bellissima, cruda, una natura
indisturbata! A Norrsundet Carla compra per 23 SKr un bel pesce, simile alla
trota o al branzino. Qui la chiamano sild e secondo il dizionario è l’arringa.
Pesa ca. 0,6 kg. Parcheggiamo alla fine del piccolo porto, quasi alla uscita del
piccolo golfo e qui pranziamo. Carla frigge il pesce comprato, è molto buono.
C’è un bel sole, fa molto caldo. Io preparo gli ami e questa volta Carla ed io,
con l’esca e non con il cucchiaino, prendiamo 4 piccoli pesci. Molto belli, ma
di una specie sconosciuta. Domani per il pranzo.
Alle 16.45 proseguiamo il
nostro viaggio e intorno alle ore 20.00 arriviamo a
Uppsala. Il termometro dichiara 24°C!!
Prima di arrivare a Uppsala visitiamo le oltre a500 anni vecchie tombe dei re
svedesi e a Uppsala
visitiamo, solo dall’esterno, una bellissima cattedrale (al nostro arrivo era,
purtroppo, già chiusa). Visitiamo passeggiando la città di Uppsala e intorno
alle 21.30 partiamo per Stoccolma. In realtà dopo un breve diverbio, perché
Carla voleva ancora perlustrare la città ma io avevo fretta di andare a
Stockholm, perché era gia tardi. Fino a
Stockholm ci sono ancora ca. 80 km e io sono abbastanza stanco dal già lungo
viaggio odierno (400 km). Finalmente alle 23.00 arriviamo a Stoccolma. La più
grande sorpresa è nel fatto, che in tutta la città non si può parcheggiare
liberamente durante la notte, se non nei parcheggi molto cari. Il prezzo:
durante il giorno 15 SKr/ora, nella notte 7 SKr/ora, cioè ca. 250 SKr/giorno =
55.000 Lit. Dopo un breve vagabondare nel centro, sbuchiamo sulla parte
occidentale della città su un fascia verde e qui, sotto la torre televisiva
(Kaknästorg), troviamo un parcheggio senza limiti di durata e di pagamento. Qui
pernottiamo, per la verità su un terreno un po’ inclinato, ma in pace. Senza il
traffico e senza il rumore della città.
38°giorno - 12.07.95 – mercoledì: Stockholm (S) - Turinge (S) – 65/10123 km
Il giorno odierno, soleggiato e caldo è dedicato per girare a Stockholm. In mattinata, intorno alle 10.00, partiamo con il camper per la città, ma durante il viaggio la testa di Carla partorisce la fantastica idea di girare la città con le biciclette. Torniamo indietro al nostro parcheggio e tiriamo giù le bici, per la prima volta dopo 37 giorni. Grande spolvero e la pulizia delle bici da tutte le porcherie, che si sono posate su di loro durante il lungo viaggio. La polvere era come incollata, abbiamo dovuto grattarla con un straccio bagnato.
Stoccolma è una
bellissima città, la chiamano la Venezia del nord. Io aggiungerei: ma molto,
molto più bella di Venezia. Venezia è una città da favola, dal medio evo, sembra
creata per il turismo, per visitarla e guardarla, ma nella quale non vorrei
vivere. Stoccolma è invece meravigliosa e può essere felice colui che vive in
questa città. E’ costruita sul mare e sul lago, è piena di navi, da quelle
piccole a quelle grandi, per il mare e per i laghi, delle barche a vela e dei
kayak, che navigano nel centro della città. E’ piena di canali, ma puliti. La
gente pesca nel centro, dai ponti o dalla riva del canale, davanti al palazzo
reale! E’ pieno di bellissime strade e viuzze, piena di locali, di gente, di
turisti, di automobili, ma è anche molto pulita e piena di verde. Dappertutto ci
sono piste ciclabili. Carla ed io abbiamo visto molto della città in breve
tempo, quasi tutto quello che ci ha interessato, non ci siamo stancati, a piedi
avrebbe perso l’anima e i piedi! Con le bici? Uno scherzo!
Alle 14.30 torniamo al pranzo. Carla cucina il pesce che abbiamo preso ieri. Molto buono! Carla insiste di andare vedere il museo di arte moderna, ma io sono troppo stanco, ancora da ieri. Lei parte con la bicicletta ed io finisco sulla sofà e faccio un sonnellino. Torna intorno le 18.00, perché non ha trovato il museo là, dove dovrebbe essere secondo le carte. Lo hanno trasferito in un altro posto. Alla fine constatiamo sulla carta, che Carla è finita su un isola sbagliata e naturalmente là non poteva trovare il museo.
Dopo la cena fredda, lasciamo con il camper il parcheggio ed entriamo verso le 21.00 nella città, parcheggiamo in una strada laterale e andiamo a visitare un po’ Stockholm by night. All’inizio c’era ancora il sole, ma intorno alle 23.00 è cominciato a scurirsi. Tutti i locali hanno i giardini con le tavole verso la strada. Le strade sono relativamente larghe e tutto è pieno di gente. In prevalenza si vede la gente giovane (90%), molto rumorosa e allegra. La birra si beve alla grande! Atmosfera molto rilassante, un tipo suonava sul marciapiede la sua trombetta, una musica moderna, molto bello.
Verso le 23.00 partiamo con il camper in direzione ovest e con la grande fatica riusciamo a trovare l’uscita della città, cioè l’autostrada per Södertälje. Ci sono tante segnalazioni per la nostra strada E4 e E20, ma non è segnalato se sono per la direzione Göteborg o indietro per Uppsala. Finalmente troviamo in qualche modo la soluzione e alle 00.30 arriviamo con la E20 nel piccolo paese di Turinge, presso Nykvarna, dove troviamo un tranquillo angolo davanti la chiesa del paese e partiamo subito a letto.
39° giorno - 13.07.95 - giovedì: Turinge (S) - Grebbestad (S) – 505/10628 km
Di nuovo ci svegliamo con
un mattino soleggiato e dopo la colazione, già alle 9.00 (!!) prendiamo la
strada E20 verso la costa occidentale della Svezia. Siamo decisi ad arrivare
oggi il più
lontano possibile, eventualmente fino al mare, perché riteniamo che l'interno
della Svezia
non abbia molto da mostrarci, magari ricca di boschi, di prati
verdi laghi, ma non di fiumi. Dopo Eskilstuna
giriamo presso Kungsör a sinistra
sulla 56, dritto verso il sud in direzione dell'enorme lago di
Hjälmaren. Ci fermiamo sul passaggio
della strada attraverso il lago (Hjälmare sund) e proviamo a pescare (in Svezia
si può pescare in tanti laghi senza un permesso speciale). In ca. 2 ore di pesca
sono riuscito a prendere due pesciolini, nonostante che sotto il ponte
nuotassero enormi branchi, che venivano fino all'esca, la annusavano, ma senza
voglia di assa
ggiarla!
In questo posto pranziamo (fagioli e insalata verde) e dopo pranzo proseguiamo avanti non-stop, attraversando i paesi Ås, Odensbacken (bellissimo market!), Örebro (dove sbuchiamo sulla E18), Karlskoga, Karlstad, Grums e Segmon, dove giriamo sulla 45 per Säffle e Åmål. Qui giriamo a destra sulla 164 per Billingsfors, Ed, Östad e Tanumshede e finalmente in serata arriviamo con la 163 sulle coste di Skaggerak a Grebbestad.
A 30 km da Grebbestad cambia il bellissimo e soleggiato tempo, che abbiamo avuto durante tutto il giorno e cominciano a vedersi le nuvole, ma per nostra fortuna senza pioggia. Grebbestad è un piccolo paesino di pescatori, ma con una grande marina sportiva, che è sempre piena di bellissime barche di passaggio. Fino a notte fonda, pullulava come un alveare.
Parcheggiamo sul grande parcheggio davanti la marina. Nel buio riusciamo a leggere su una tabella la scritta: “Per i camper e le roulotte il tempo di parcheggio max 4 ore”. Dopo cena (ottimi spinaci con le uova) verso le 24.00 ci siamo calati in posizione orizzontale. Buona notte!
40° giorno - 14.07.95 - venerdì: Grebbestad (S) - Fiskebäckskil (S) – 154/10782 km
Questa volta ci svegliamo con un cielo nuvoloso e subito dopo cala sulla costa una leggera nebbia. Dopo la colazione, passeggiamo sulla costa fino al molo del porto, dove si trovano i pescherecci. Il porto è strapieno di meduse, a migliaia. Nuotano proprio vicino al molo, dalla densità numerica delle meduse non si vede il fondale. Sono di colore bianco, semitrasparente, diametro di ca.15-20 cm. Proprio quando stavamo osservando le meduse, entra un peschereccio nel porto. Andiamo a vedere cosa ha portato. Un bottino magro, questa non è la Norvegia, nè l’ Atlantico. Riusciamo comprare un bel torsk per 20 SKr (ca. 5000 Lit). Entriamo anche nel porticciolo sportivo. Tutto è pieno di navi, tutti i posti sono pieni. Nel porto entrano in continuo nuove barche a vela o motoscafi, tutti cercano un posto di attracco, ma ripartono senza risultato, il posto non c’è!! Alle 11.45 pioviggina, una pioggia fine.
Partiamo in direzione del
Hamburgsund, dove ci fermiamo sul
molo, vicino al porto dei traghetti per una piccola isola. Questo è in realtà
uno stretto fra la terraferma e l’isola, non più largo di 60-80 m, attraverso il
quale in continuazione passano tante barche e motoscafi in ambedue le direzioni
e ogni tanto tutto si ferma i si aspetta, che il traghetto passi da una costa
all’altra. Il traghetto con il suo carico di automobili e gente viene trainato
attraverso lo stretto con aiuto di un cavo d’acciaio e di un verricello. Quando
attracca a una costa, mola il cavo, che cade sul fondale e le navi, che in
frattempo si sono accostate da tutte due le parti, cominciano a passare
attraverso lo stretto. Il traghetto viaggia di continuo nelle due direzioni,
senza un orario prestabilito, parte quando è pieno o quando sull’altra sponda è
tutto pieno di veicoli e va prenderli. Troviamo un bellissimo parcheggio sopra
lo scenario, la nostra finestra panoramica guarda nella direzione dello stretto
(a 40 m) e abbiamo un bel controllo su tutto questo trambusto. Carla prepara un
ottimo brodo con la metà superiore del torsk (con la testa) che accompagnato da
un bicchiere di vino e la vista panoramica dello spettacolo nello stretto, rende
il pranzo una vera bomba!!
Dopo il pranzo, ma adesso con il sole, andiamo a pescare sull’ isola che si trova a ca. 3 km dopo Hunnebostrand. La strada ci porta ad un ponte girevole (+), che si trova a più di 10 m sopra il livello del mare e con il quale l’isola è collegata con la terraferma. Fra l’isola e la terraferma c’è un canale lungo 4-5 di km. Sotto il ponte, il canale è largo ca. 20 m. Quando arrivano le barche a vela, il ponte viene girato per 90° per lasciare passare gli alberi alti, ma per far transitare le automobili devono richiuderlo. Le code ci sono sempre: da due lati del ponte sulla strada e da due lati del ponte nel canale. Cosi almeno è oggi. E quando si apre il ponte per il passaggio delle barche inizia lo spettacolo, il “minuetto dello stretto”. In due file, una verso il nord, l’altra verso il sud, passano disciplinatamente tutte le barchette, motoscafi, piccole navi, velieri, motoscafi e noi, quasi 20 m sopra di tutti guardiamo la rassegna degli yachts e degli equipaggi. Bellissimo!! Passa anche una nave passeggeri, piuttosto grande.
Attraversiamo il ponte e dopo ca. 2 km arriviamo in un piccolo paesino. Cominciamo a pescare da un molo (++). Sembrava la postazione ideale, ma di nuovo senza una scossa. L’unica scossa nota Carla, quando nella foga di lanciare il cucchiaino il più lontano possibile aggancia con il cucchiaino la parte posteriore superiore della propria coscia. Nella carne entrano abbastanza profondamente due punte dei due ami del cucchiaino (in totale sono tre ami, cioè tre punte). Profondamente, perché sono entrati anche i rampini, cosi che non si può più sfilarli indietro. Devo tornare al camper, per prendere le pinze e tagliare con la pinza le punte dall’amo dal tricorno. Carla stringe i denti ed io devo spingere, attraverso la carne le due punte, una per una, in avanti, finche non perforano le pelle ed escono dalla carne. Dopo con la pinza le devo tirare fuori.
Carla non è molto
impressionata dall’accaduto, né dai dolori, e partiamo di nuovo alla pesca,
questa volta sulle rocce, fuori dal paese. Peschiamo più di un ora, il terreno
sembra ideale, di nuovo uno stretto di mare (300 m), ma ancora nessuna
“scossa”! Sulle rocce incontriamo due giovani ragazzi, che pescavano come noi e
anche loro senza risultato. Sono due musulmani di Sandžak, che due anni fa sono
emigrati dal Montenegro, per non essere arruolati nell’Armata Jugoslava. Ancora
non hanno trovato lavoro, ma ricevono sostentamento. Uno di loro è un tornitore.
Secondo loro, tutta la colpa per la disgregazione della Jugoslavia è di Milošević!
Dopo la pesca, meglio dire “non pesca”, proseguiamo via Kungshamn e presso Örn scendiamo di nuovo sulla costa, vicino un porto per Malmön. Anche qui il traghetto viene tirato con l’aiuto di un cavo, solo che la distanza dall’isola è almeno dieci volte più grande, cioè ca. 700-800 m!! Proviamo a pescare ma senza successo. Partiamo avanti, per il nord con la 171 e presso Halind giriamo verso il sud con la 162 a Brastad e Lysekil. Qui non ci lasciano entrare in città, perché era in corso la festa del paese e la città era chiusa per il traffico. Torniamo indietro sulla 161 e giriamo a Finnsbo e con il traghetto (gratis – la Svezia socialista!) passiamo a Skär e dopo un km giriamo di nuovo verso il sud per Fiskebäckskil. Piccolo paese con una enorme marina, dove parcheggiamo alle 22.00. Carla frigge per la cena il resto del torsk e alla 23.30 andiamo a ninna nanna. Il tempo è ancora sempre bello.
41° giorno - 15.07.95 - sabato: Fiskerbäckskil (S) - Skärhamn (S) – 131/10913 km
Il mattino, nuvoloso con
un leggero vento ma senza la pioggia, non prometteva niente di speciale. Dopo la
colazione scaliamo una piccola collina sopra il paese, da dove si apre una
superba vista verso Lysekil. Partiamo
intorno le 10.30, ma dopo un po’ ci fermiamo vicino ad una piantagione di
fragole ed entriamo per farne la raccolta. Nella piantagione si entra con i
contenitori di plastica, che vengono pesati e sul contenitore si segna il peso.
Le fragole raccolte costano a 22 SKr/kg (ca. 5400 Lit/kg), non proprio a buon
prezzo, ma però durante la raccolta ne puoi mangiare quante ne vuoi. Raccogliamo
3 kg di fragole, molto grandi e belle, ma quante c’erano ancora nelle nostre
pance, solo Dio lo sa. Per due giorni non potevamo neanche più guardarle!
Un po’ più
avanti giriamo verso il fiordo, nel paese di Hällebäck
(tutto insieme un paio di case), per pescare. Bellissime rocce, mare
pulitissimo, “faccio il bagno” al cucchiaino per lungo tempo, ma niente.
Carla
non vuole neanche pescare, preferisce prendere il sole sulle rocce. Proseguiamo
via Overby e
Henån, dove giriamo verso
Ellös e avanti per
Stocken e
Varekil fino ad uno stretto
(+), dove
parcheggiamo su un parcheggio vicino al ponte e scendiamo verso lo stretto.
Tentiamo la fortuna, ma di nuovo niente. Quasi normale!! Non ci meravigliamo
molto, in tutti questi giorni non abbiamo preso un pesce. Forse non sappiamo
pescare? Ma se almeno ci fosse stata una più piccola scossa. Niente!!! Il pesce
svedese veramente non capisce niente!!
Proseguiamo e intorno alle 19.30 arriviamo al porto di Skärhamn, parcheggiamo sul molo nel porto e per la cena mangiamo nostro buon pesce norvegese, del nostro congelatore. Domani compreremo nuovo!
Nel porto c’è un grande veliero-scuola, con tre alberi e c'e anche una grandissima e bella marina. Purtroppo, nel porto non ci sono i pescherecci. Per la notte ci spostiamo sul grande parcheggio vicino all’uscita settentrionale del paese, silenzioso e tranquillo! Alle 22.45 nel letto!
42° giorno - 16.07.95 - domenica: Skärhamn (S) - Hjuvik (S) – 147/11060 km
Ci svegliamo con il bel
tempo, ma la sveglia ce l’ha fatta una cornacchia o forse un gabbiano, che
camminava sul nostro tetto e gracchiava. Batto due colpi con il pugno da sotto
al tetto con un grido e subito vola via, ma vola via anche il nostro sogno.
Partiamo alle 10.15, entriamo a Rönnäng, ma non ci piace e torniamo a Bleket, dove parcheggiamo davanti ad bellissimo ponte per l’isolotto Klädesholmen. Una bella vista dal parcheggio, in una bella giornata, su una teoria di isolotti, come i Kornati in Dalmazia, solo qui sono più stretti, più chiusi, cosi che non ci sono le onde, anche se adesso c’è un bel vento. Ideale per la vela e per planare con i veloci motoscafi. Sul mare molte le barche a vela ed i motoscafi. Sotto il ponte una bella marina con le pompe per il carburante.
Io scendo fino all’acqua e provo di nuovo con l’amo, ma con il solito risultato: niente! Finché io facevo il bagno al cucchiaino, Carla raccoglieva i lamponi sul pendio che scendeva dal ponte verso il mare. Con i bellissimi lamponi riesce a riempire due bei contenitori.
Partiamo via
Myggenäs e
Jörlanda verso
Marstrand. Qui ci fermiamo sotto il
ponte per l’isola e di nuovo godiamo una bella vista sul mare e sugli isolotti.
Per pranzo abbiamo wurstel fritti, con l’insalata di patate, il senape e la birra
e per dessert i lamponi con lo yogurt. Tutto intorno pieno di gente, oggi è
domenica, ma dopo il pranzo arriva un piccolo temporale con una fortissima
pioggia, cosi che in un attimo succede un patatrac. Tutti scappano in tutte le
direzioni. Passa la pioggia e arriva l’alta marea. Carla ed io proviamo di nuovo
a pescare, ma come prima, di nuovo con lo stesso risultato.
Partiamo di nuovo con un bel tempo via Kungälv con l’autostrada verso Göteborg, ma dopo un po’ usciamo dall’autostrada in direzione dell’aeroporto e via Torslanda arriviamo a Hjuvik, dove alla fine della strada, davanti ad un piccolo molo troviamo un parcheggio e pernottiamo. Telefoniamo a København a Sabina e confermiamo il nostro arrivo. Per la cena: una buonissima pasta e fagioli. Dopo la cena naturalmente l’amo, solo cosi per confermare il risultato negativo. C’è una bellissima baia con tutti i presupposti per la pesca. Nessuna scossa! A me diventa già noioso scrivere sempre le stesse cose, farle ancora peggio!
Il tempo è sempre bello, la notte molto silenziosa!
43° giorno - 17.07.95 - lunedì: Hjuvik (S) - Glommen (S) – 143/11203 km
Molto presto, nella prima mattina, ci svegliano le sirene delle navi. C’è una nebbia molto densa! Dopo comincia piovigginare, ma quando ci svegliamo di nuovo, brilla il sole. Intorno le 11.00 ci avviamo verso Göteborg, parcheggiamo su uno dei tanti parcheggi che si trovano nel porto vicino al molo e iniziamo la visita della città. La città è bella, ma non speciale. Visitiamo anche il porto con le meravigliose navi, compriamo il salmone per Werner (zio di Carla) e alla svelta mangiamo per pranzo le rimanenze della cena (pasta e fagioli) e un po’ di frutta.
Alle 14.30 partiamo
in
l’autostrada in direzione sud via Mölndal
e arriviamo con il sole a Varberg.
Qui parcheggiamo nel porto, quasi sul molo, di nuovo con una bellissima vista e
gustiamo un caffè. Dopo andiamo fino ad un campeggio e parcheggiamo il nostro
camper davanti l’entrata. Entriamo a piedi nel campeggio, compriamo i gettoni e
andiamo fare la doccia e lavare i capelli. Proseguiamo il nostro viaggio e
seguendo il cartello “Glommen fiskehavn” arriviamo a
Glommen, troviamo un bellissimo
porticciolo di pescatori e sulla punta del molo facciamo il nostro camp. Subito
vicino a noi tante bellissime barche a vela nella piccola marina e pescherecci
legati al molo. Tempo soleggiato e bello, ma con un fortissimo vento che arriva
dal mare e che sulla diga del porto alza enormi ondeggiate. Ed è abbastanza
fresco. Io rinuncio anche di pescare, sembra che questo fosse l’ultima
possibilità di far fare un bagno al cucchiaino. Domani dobbiamo prendere il
traghetto per la Danimarca e questo vuol dire: fine con la pesca! Per la cena
Carla prepara una buonissima “pasta alla bolognese”, con insalata e le fragole,
tutto accompagnato da del vino. Il tramonto del sole dietro le nuvole, intorno
le 21.30, festeggiamo con dello champagne. Domani speriamo di comprare del pesce
fresco.
Alle 23.00 siamo a letto, ma nella notte ci sveglia un temporale. Per la prima volta dopo 43 giorni, che sono stati abbastanza piovosi, “sentiamo” il cambio del tempo, dal secco all’umido, con i tuoni e con il temporale. Nella Norvegia, il cambio del tempo, da bello al diluvio, non è stata mai accompagnata con il vento o con i fulmini. Era sempre un cambio o lento o veloce, ma sempre senza gli effetti sonori o luminosi. E qui oggi, finalmente, i lampi ed i tuoni, come sul nostro caro Mare Adriatico.
Ci addormentiamo di nuovo, il nostro tetto è passato attraverso temporali peggiori!
44° giorno - 18.07.95 - martedì : Glommen (S) - Taastrup (DK) – 218/11421 km
In mattinata ci alziamo
con il sole e con un vento abbastanza forte da sudovest, ma non fa freddo. In
breve arrivano in porto due pescherecci accompagnati da un enorme stormo di
gabbiani. Carla va subito al molo, dove attraccano i pescherecci e com
pra un
grande sgombro e una sogliola, più tardi compra ancora un grande merluzzo.
Intorno le 11.00 ci avviamo finalmente verso l’autostrada, nella quale entriamo presso Morup e proseguiamo in direzione Helsingborg, dove alle 13.10 entriamo direttamente nel porto dei traghetti. Ci mettiamo subito in fila per l’imbarco, dal camper paghiamo il biglietto combinato per i traghetti Helsingborg-Helsingør (Svezia - Danimarca) e Rødbyhavn-Puttgarden (Danimarca - Germania, vedi: 46° giorno) e dopo ca. 10 minuti siamo già nel traghetto. Alle 13.40 il traghetto M/S „Prinsesse Elisabeth“ parte dal Helsingborg (S) e alle 14.25 attracchiamo a Helsingør (DK). Entrata ed uscita dal traghetto passa senza alcun controllo dei passaporti e doganale. A Helsingør troviamo sulla banchina una lunga colona di vetture, di camper e di roulottes, che aspettano all’imbarco. Il traffico verso il nord è molto più intenso di quello verso il sud e l’imbarco al traghetto qui non è cosi veloce, come era il nostro a Helsingborg.
Da Helsingør ci avviamo
con il sole sulla strada costiera in direzione
København. Ci fermiamo nel paese di
Humlebæk, dove la strada è praticamente attaccata alla spiaggia. Per
il pranzo Carla prepara lo sgombro e la sogliola e il pranzo è impreziosito da
una bellissima vista sul mare, spiaggia, bagnanti e barche a vela. Durante il
pranzo passa anche un piccolo temporale, con un forte vento, ma senza pioggia.
Qualche barca a vela e i windsurf hanno un po’ dei problemi per tenere la rotta
con un vento forte, ma tutto passa relativamente veloce.
Dopo il pranzo, sempre con il sole, proseguiamo il nostro viaggio via Usserød, dove ci fermiamo per comprare l’imballaggio per i regali per i nostri amici a København. Entriamo in autostrada e verso le 18.30 arriviamo a Taastrup da Sabine e Oskar. Parcheggiamo davanti alla loro casa, che si trova in un bellissimo verde, bosco silenzioso a ca. 20 km da København. Alla cena arrivano le due figlie, Tanja e Vibeke e la chiacchierata finisce dopo la mezzanotte.
La notte è silenziosissima.
45° giorno - 19.07.1995 - mercoledì: København (DK) – 0/11421 km
Oskar ci porta in
mattinata con la sua macchina a København
per mostrarci la città. Giriamo un po’ il centro e dopo visitiamo il monumento
alla Sirenetta, il simbolo della città. Ci mostra anche la fabbrica di birra
della Tuborg, dove lui ha lavorato per tanti anni come ingegnere (oggi è
pensionato) e alla fine gli uffici dove lavora Sabine. Ci saluta e va a casa, e
noi cominciamo il nostro giro per la città. København è una città molto bella,
interessante, con palazzi importanti, le case colorate con bei colori a pastello. Non c’è molto verde, ma c’è tanta acqua, tanti canali e il mare, il
porto e quasi al centro città. Il pranzo lo consumiamo seduti davanti a un McDonald, sulla strada e osserviamo la fiumana di gente, che ci passa davanti al
naso. Le strade sembrano le promenades, nelle piazze la gioventù è seduta sul
marciapiede e si gode il sole, uno mangia, l’altro beve, altri fanno la musica,
o battono i tamburi, ballano, o fanno della breakdance. Tutto è pieno di vita e
nessuno disturba l’altro.
Alle 17.00 troviamo di nuovo Sabine, che ci mostra ancora qualche interessante caratteristica della città, dopo di che andiamo con il metro a Taastrup e poi con l’autobus fino a casa.
La cena in giardino, il salmone affumicato e alla fina la grigliata, tutto con del buon vino argentino e francese. Di nuovo la chiacchierata, ma ci ritiriamo non cosi tardi come ieri.
46° giorno - 20.07.1995 - giovedì: Taastrup (DK) – Ebstorf (D) - 405/11826 km
In mattinata dopo la
colazione con Oskar, Sabine è già in ufficio, partiamo intorno le 10.30 verso il
sud della Danimarca. Prendiamo l’autostrada E47 e passiamo vicino
Køge e
Rønnede fino ad un bellissimo ponte a
Storstrømmen, vicino il quale ci
fermiamo, per poi subito ripartire. Non ci piaceva il paesaggio e il mare è
troppo basso per pescare. Non ci fermiamo fino a
Rødbyhavn, dove arriviamo intorno alle
14.00 i dove spendiamo tutti i spiccioli danesi, che ci sono rimasti. Alle 14.10
a Rødbyhavn ci imbarchiamo sul traghetto e alle 15.00 arriviamo al porto di
Pu
ttgarden (D). Il tempo durante la
traversata è bello, soleggiato con una leggera foschia.
A Puttgarden, all’uscita dal traghetto, la polizia tedesca controlla i passaporti e questo è l’unico controllo che abbiamo subito durante tutto il viaggio, dalla partenza da casa fino al ritorno a San Maurizio. Dieci volte abbiamo passato il confine, con 20 punti di controllo e con questo unico controllo.
Il viaggio ci porta avanti con la E47 per Oldenburg, qui giriamo a destra sulla B202 per Lütjenburg e qui sulla B430 per Plön, che si trova all’interno del parco nazionale Naturpark Holzsteinische Schweiz. Proseguiamo, circondati dalla bellissima natura e dai laghi con la L68 e 432 per Stocksee e Bad Segeberg, poi avanti con la A21 e B404 per Trittau e Schwarzenbeck e con la B209 per Lauenburg/Elbe. Proseguiamo con la K53 per Lüneburg, lo aggiriamo con 209 e alle 20.00 arriviamo con la L233 a Ebstorf. Non volevamo prendere l’autostrada, che in Germania non si paga, di nuovo abbiamo provato gironzolare con gli itinerari strani, perché Carla voleva che vedessimo un po’ anche la Germania settentrionale e cosi il viaggio si è un po’ allungato. Il paesaggio è abbastanza bello, ma sotto il sole e con i attraversamenti delle località con tanto traffico, è stato abbastanza faticoso e di lunga durata.
Ci fermiamo a Ebstorf e troviamo un bel parcheggio vicino ad un cimitero (quasi nel centro del paese). Nel primo momento pensiamo di girare un po’ nella città, ma tutto è già chiuso e le strade sono proprio deserte. Sulle strade non c’è nessuno (alle otto di sera??), nonostante che è ancora chiaro e dopo un ora torniamo al camper. Ad un tratto mi ha cominciato girare la testa, probabilmente da prolungata guida sotto il sole, non mi sento bene e Carla arriva ad una buona idea, che la vodka è il migliore medicina e cosi è stato!! La cena alla fine porta di nuovo tutto il organismo in ordine e la notte passa tranquilla e silenziosa.
47° giorno - 21.07.1995 - venerdì: Ebstorf (D) - Steinberg (D) – 438/12264 km
Al mattino ci sveglia il
sole, ma anche la gente che comincia a parcheggiare le automobili. Tutti ben
vestiti e con le cravatte nere ed chiaro che fra breve ci sarà qualche funerale.
Facciamo alla svelta la colazione e già alle 9.15 (!) scappiamo dal parcheggio.
Prendiamo la direzione sud con la L250, la strada attraversa un bellissimo e
grande bosco. Ad un tratto scendiamo dalla strada e ci avviamo con una stradina
nel bosco. Ci fermiamo a 100 m dalla strada in un bellissima ombra e relativo
silenzio. Prima di tutto facciamo in santa pace il lavaggio mattutino e subito
dopo Carla approfitta l’occasione, prende le forbici e il pettine e porta un po’
d’ordine sulla mia testa. Non ero dal barbiere da ca. due mesi!
Proseguiamo il viaggio, attraversiamo Uelzen, proseguiamo con la B4 e davanti Braunschweig entriamo in autostrada A39 e poi con la A7 proseguiamo via Göttingen e Kassel fino a Fulda, dove dopo Eichenzell usciamo dalla autostrada e giriamo per Frankfurt. Una bella strada B40, dopo ca. una trentina di km, si trasforma di nuovo in una bellissima autostrada. Passiamo Steinau e Hanau e intorno le 17.00 arriviamo a Steinberg.
Parcheggiamo in una piccola stradina laterale, vicino l’entrata nel bosco e andiamo fare la visita a Werner, che domani festeggia il compleanno. Là troviamo i genitori di Carla, che sono arrivati da Kempten.
Nel nostro camper nella notte è un forno, la finestra sulla parte della strada non possiamo tenerla aperta per paura che qualche macchina in passaggio la porti via e quella sul marciapiede potrebbe causare uno scontro con la testa di qualche passante. Ma riusciamo a dormire e rimanere vivi.
48° giorno - 22.07.1995 - sabato: Steinberg (D) – 0/12264 km
In mattinata tanti auguri a Werner. Per il pranzo tutti insieme al ristorante. Dopo il pranzo arriva un leggero temporale, che presto si trasforma in una pioggia e causa un brusco calo della temperatura (20°C). Finalmente si può respirare e nel nostro camper di notte si dorme di nuovo bene.
49° giorno - 23.07.1995 - domenica: Steinberg (D) - Birkenau NL (D) – 117/12381 km
In mattinata di nuovo
brilla il sole. E’ fresco, ma piacevole.
Dopo il pranzo ci congediamo con tutti e partiamo di nuovo verso il sud. Con l’autostrada A5 arriviamo a Weinheim con un tempo bello, soleggiato e caldo e proseguiamo per Birkenau NL, dove ci aspettano già Ulla e Herbert. La nostra intenzione era di fermarsi solo per poco, un ora o due, tanto per salutarsi e prendere i nostri due gazebo per il campeggio, che loro due ci hanno acquistato (durante la nostra ultima visita, 09.06., erano tutti venduti) e proseguire subito per Kappel in Svizzera. Ma, abbiamo fatto il conto senza l’oste. Dobbiamo restare sulla loro bellissima terrazza e alle 19.00 Herbert ci porta in un ristorante con la cucina casalinga alla griglia: gegrillte Haxe (stinco grigliato). Dopo una veramente abbondante cena andiamo visitare Heidelberg e facciamo una passeggiata nella via centrale della città. Tutto pieno di gente e di vita,una bellissima città, risparmiata dai bombardamenti nel periodo di guerra. Vagabondiamo fino a mezzanotte, dopodiché torniamo a casa e subito a ninna nana.
Siamo parcheggiati come 45 giorni fa sulla strada sotto la casa. La notte molto piacevole per dormire, ma con un’enorme quantità di carne nello stomaco non è stato proprio facile. Ma alla fine sono sopravissuto anche a questa imboscata!
50° giorno - 24.07.1995 - lunedì: Birkenau NL (D) - Kappel (CH) – 350/12731 km
Di nuovo una bella e soleggiata giornata. La mattina passiamo sulla terrazza da Ulla, al sole. Herbert è al lavoro, ma alle 13.00 arriva al pranzo, che ha preparato Carla. Pasta al pomodoro. Sembra, che sia piaciuta molto.
Alle 15.00 ci congediamo e partiamo a Mannheim al market, per comprare i regali e dopo ci avviamo per il sud, verso la Svizzera. Sempre con il tempo caldo e per fortuna senza le code sull’autostrada, arriviamo a Basel. Mezz’ora più tardi, alle 20.30, arriviamo a Kappel. Davor è con famiglia in Francia in campeggio, troviamo solo la mamma di Michelle, Dora. Davor ci chiama a telefono per una breve chiacchierata fra tutti. Alle 23.30 andiamo nel camper, parcheggiato davanti la garage, nella tranquilla e silenziosa Reckakerstrasse.
51° giorno - 25.07.1995 - martedì: Kappel (CH) - San Maurizio Canavese (I) – 430/13161 km
Alle 9.00, dopo la collazione, ci congediamo da Dora e partiamo alla nostra ultima tappa del lungo e, nonostante il periodo di pioggia in Norvegia, molto bello viaggio in Scandinavia.
Con l’autostrada via Lugano, Chiasso e Milano arriviamo a nostra casa a San Maurizio Canavese verso le 14.00, sempre con il tempo bello, dopo 13.161 km (Tabella)!! Peter è a lavoro e Jasminka, dopo la festa di ieri del suo 23. compleanno, prova a riportare l’ordine nella casa.
Il nostro caro camper, nostra seconda, piccola ma bella casa, la mettiamo sotto la sua tettoia, ma non per lungo, perché già per la prossima settimana abbiamo intenzione di partire per mare in Istria, nel nostro campeggio "FKK Kažela" a Medulin.